Attivazioni Biologiche

Quanti di Biologia

Perla saggia:
La scienza senza coscienza
è solo la rovina dell'anima

Rabelais

Questo è un articolo vecchio che ho pubblicato sul mio Blog due anni fa e credo che sia il caso di condividerlo con voi.
Buona lettura :-)

Leggendo il libro di Bruce Lipton, "La Biologia delle credenze", mi sono imbattuto in due parole particolari: Fisica Quantistica. Non che non ne avessi mai sentito parlare prima, ma sinceramente non sapevo nulla di essa e dato che la sua completa comprensione richiede un curioso e ampio bagaglio di conoscenze matematiche in me del tutto assente non me ne ero mai curato a sufficienza.
Ma io sono curioso, molto curioso e mi sono andato ad informare nel modo più semplice che ho trovato. Ho cercato di capirne i concetti base, non certo i sofisticatissimi intrugli matematico-statistici che la contraddistinguono.
In un sito web ho trovato delle spiegazioni terra-terra, ma sufficienti per far volare il mio cervello.


Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
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1. Le basi conoscitive

I principi fondamentali sono i seguenti:

  1. Sia la luce che le particelle che costituiscono gli atomi e cioè gli elementi fondamentali che compongono la materia, sono costituite da minuscoli concentrati di energia detti QUANTI, che hanno una duplice natura: ondulatoria e corpuscolare.
    Precisamente a livello subatomico la materia presenta le caratteristiche tipiche delle onde e solo all'atto dell'osservazione assume un comportamento corpuscolare.
    Ad intuire la duplice natura, corpuscolare ed ondulatoria della materia fu il matematico e fisico Louis De Broglie (1892-1987) che ottenne il premio Nobel nel 1929.
    Le proprietà delle vibrazioni dell'onda quantistica furono descritte matematicamente dalla Equazione d'onda di Schrodinger matematico e fisico austriaco (1887-1962) che per tale scoperta nel 1933 fu insignito del premio Nobel.
    All'atto dell'osservazione una particella prende vita occupando una delle possibilità, solitamente quella che ci aspettiamo. L'aspetto sconvolgente, ma anche illuminante di queste scoperte, è che tutto l'universo e noi stessi siamo formati da particelle; le stesse particelle che esistono come materia quando le osserviamo ed esistono come onde di possibilità quando non le osserviamo.
  2. Non è possibile conoscere simultaneamente la velocità e la posizione di una particella quantistica, poiché quanto maggiore è l'accuratezza nel determinarne la posizione, tanto minore è la precisione con la quale si può accertarne la velocità e viceversa. La suddetta proprietà è conosciuta come Principio d'Indeterminazione di Heisenberg (1901 - 1976) fisico tedesco premio Nobel nel 1932.
    L'indeterminazione non dipende dai limiti dei nostri strumenti, che comportano necessariamente una interazione più o meno grande con l'oggetto da sottoporre a misurazione, bensì rappresenta una caratteristica intrinseca della materia.
    Oltre alla posizione e alla velocità delle particelle, il principio di indeterminazione pone limiti anche alla misura simultanea di altre grandezze come ad esempio l'energia e il tempo: se si cerca di determinare con precisione l'energia di una particella, diminuirà inevitabilmente il grado di accuratezza con cui conosciamo la sua durata, e viceversa. Tale aspetto produce delle conseguenze del tutto incompatibili alla luce della nostra esperienza ordinaria, infatti, il grado di indeterminazione esistente tra energia e tempo fa si che delle particelle (ad esempio una coppia elettrone-positrone), possano emergere dal nulla per una frazione infinitesimale di secondo (inferiore a 10-20 secondi), prima di svanire nuovamente.
    Dette conseguenze costituiscono più di una semplice ipotesi teorica o di un artificioso calcolo, poiché sono state verificate in esperimenti di laboratorio.
  3. Se due particelle si fanno interagire per un certo periodo e quindi vengono separate, quando si sollecita una delle due in modo da modificarne lo stato, istantaneamente si manifesta sulla seconda una analoga sollecitazione a qualunque distanza si trovi rispetto alla prima. Tale fenomeno è detto "Fenomeno dell'Entanglement".
    Il fenomeno dell'entanglement viola il «principio di località» per il quale ciò che accade in un luogo NON può influire immediatamente su ciò che accade in un altro.
    Albert Einstein, pur avendo dato importanti contributi alla teoria quantistica, non accettò mai che una particella potesse influenzarne un'altra istantaneamente e pertanto cercò a lungo di dimostrare che la violazione della località fosse solo apparente, ma i suoi tentativi furono di volta in volta ribattuti dai suoi oppositori.
    Nel 1982 il fisico Alain Aspect, con una serie di sofisticati esperimenti dimostrò l'esistenza dell'entanglement e quindi l'inconsistenza della posizione di Einstein.
    Infine nell'Ottobre del 1998 il fenomeno dell'entanglement è stato definitivamente confermato dalla riuscita di un esperimento sul teletrasporto effettuato dall'Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, in California.
    Descrizione di un esperimento sul fenomeno dell'Entaglement
    Due particelle vengono lanciate in direzioni opposte. Se la particella A, durante il suo tragitto incontra una carica magnetica che ne devia la direzione verso l'alto, la particella B, invece di continuare la sua traiettoria in linea retta, devia contemporaneamente la direzione assumendo un moto contrario alla sua gemella.
    Questo esperimento dimostra che:
    1. le particelle sono in grado di comunicare tra di loro trasmettendo ed elaborando informazioni.
    2. la comunicazione è istantanea.
    Il fisico Niels Bohr disse:
    «Tra due particelle [correlate] che si allontanano l'una all'altra nello spazio, esiste una forma di azione-comunicazione permanente. ["] Anche se due fotoni si trovassero su due diverse galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente"»

2. Riflessioni Biologiche

Riguardo al primo concetto, per cui la materia è al tempo stesso anche energia, non riesco a trovare connessione con le 5LB, ma forse studiosi più preparati di me potranno certo trovarne il connubio.
Forse, ma rischio di essere veramente fuori come un balcone, il fatto che il nostro corpo e la nostra mente sono al tempo stesso materia ed energia, immersi in un contesto saturo di materia ed energia, l'interazione tra noi e l'ambiente mette costantemente alla prova la nostra energia e il nostro aspetto al momento della osservazione. Ora si può spiegare, credo, il fatto che quando il nostro aspetto energetico è alterato, all'osservazione altrui questa alterazione si manifesta nella forma fisica. Come quando si dice ad un conoscente: «Come sei bello!» oppure: «Come sei sciupato». Sembra quasi che se l'oggetto osservato sia compiacente al nostro stato energetico, appaia bello, mentre se il nostro stato energetico è alterato, anche l'oggetto non sia compiacente e quindi appaia brutto. In linea teorica, quando vediamo qualcosa che ci fa stare male, non è quel qualcosa che è universalmente spiacevole, ma contatta il nostro stato energetico/fisico che ha memoria di un contatto spiacevole avuto anche in tempi arcaici. Una memoria quantistica che travalica il concetto di tempo ed esperienza diretta.

Relativamente al secondo concetto, legato alla indeterminazione relativa a posizione e velocità di una particella, trovo un collegamento riguardante le ragioni eziologiche delle cosiddette "malattie" inscritte nella Prima Legge biologica.
In essa si afferma che è il sentito personale a determinare l'innesco dello specifico SBS. A parità di stimolo, la reazione non è misurabile nel singolo soggetto e quindi non è determinabile cosa scateni in un soggetto piuttosto che in un altro. Non solo, ma se si potesse produrre uno stimolo identico da applicare a 5 persone, sono quelle cinque persone a non poter mai essere identiche. Non potendone determinare con precisione la condizione energetico/fisica, quindi non potendo determinare se in esse ci sia una qualche similitudine, l'esito della stimolazione è per forza diversificato non in modo statistico, ma esclusivamente soggettivo.
Ha voglia la Medicina Ufficiale a voler standardizzare il trattamento terapeutico su base statistica. È un errore primario, fondamentale, totalmente lontano dalla Fisica Quantistica, quindi totalmente lontano dalla Natura dove ogni cosa è unica e il tutto nello stesso momento.

Il terzo concetto, ovvero quello che indica la sincrona azione su particelle entrate in contatto, a prescindere da distanza e tempo, ha un legame a filo doppio con la Prima Legge Biologica e precisamente con il secondo e terzo criterio che affermano che:
Lo shock causa l'avvio simultaneo dell'automatismo SBS a livello di psiche, di cervello e di organo/tessuto.
Il decorso dell'automatismo SBS è sincrono su tutti e tre i livelli: dalla DHS fino alla soluzione del conflitto, compresa la crisi epilettica/epilettoide nel punto culminante della fase di riparazione, e ritorno alla normalità!.
Se il conflitto è più intenso, allora anche il cosiddetto cancro nell'organo è più grande. Se il conflitto si attenua, ciò accade anche sugli altri livelli. Se il conflitto si risolve, cioè si arriva ad una soluzione, questa avviene anche su tutti e tre i livelli. Se si verifica una recidiva, si manifesta una recidiva su tutti e tre i livelli.

Occorre ammettere che Hamer ha avuto un colpo di genio straordinario ed una capacità di osservazione e sintesi fuori portata per la maggior parte degli attuali viventi.
La Fisica Quantistica risponde perfettamente alle domande a cui la MU non riesce a rispondere.
Mentre la MU sostiene che è l'organo ad essere malato in un contesto di corpo sano, la FQ sostiene l'esatto contrario, un organo malato non esiste, esiste il tutto malato, che l'osservazione (giocoforza limitata) focalizza in una data struttura.

A conclusione di questo mio articolo, ai confini dell'immaginazione e della mia suprema ignoranza, voglio rimarcare una cosa.
Negli anni in cui ho studiato a fondo la Medicina Tradizionale Cinese (MTC), avevo intuito che il concetto del dualismo YIN/YANG avesse precorso di molti secoli le scoperte della scienza moderna. I cinesi, nella loro paziente osservazione, avevano capito che l'energia crea la materia e la materia crea energia. La perturbazione in questo ciclo eterno poteva creare la malattia, ma non solo. I cinesi raffiguravano l'uomo come una entità racchiusa tra cielo e terra, a simboleggiare il fatto che non c'è nulla che possa discostarsi da ciò che la FQ ora spiega con una bizzarria matematica accessibile a pochi, ovvero che noi siamo tutto e unico allo stesso tempo, che la nostra esistenza non può finire e che la vita che possiamo avere dipende da noi.


Giorgio Beltrammi
A proposito di...Corpo Umano
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3. Il concetto di Risonanza secondo le leggi della fisica

Riporto in questa pagina un articolo che ho trovato estremamente interessante. Una lezione del Prof. Emilio Del Giudice, disponibile anche su YouTube al seguente indirizzo: https://youtu.be/FP0-iLfFFN0.
Adatto quanto contenuto nell'articolo, con alcune riflessioni segnalate da un numero.

Da un punto di vista tecnico cos'è il paradigma quantistico?

NON ESISTE NESSUN OGGETTO AL MONDO CHE SIA ISOLABILE = PARADIGMA QUANTISTICO

Cogliamo un punto fondamentale: gli eventi del mondo sono tutti collegati tra di loro, non sono indipendenti tra loro. Non è casuale che nello stesso periodo, nella società avvengano cambiamenti importanti così come in altri settori. Esiste una risonanza negli esseri umani tali per cui gli occhi si aprono tutti insieme anche su campi differenti. [1]

olistico deriva dal greco, cioè "la totalità" ed è una posizione teorico-metodologica basata sull'idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Dal punto di vista "olistico", la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente della somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente [2]. Un tipico esempio di struttura olistica è l'organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un'unità-totalità non esprimibile con l'insieme delle parti che lo costituiscono.)
Cerchiamo di comprendere cosa c'è dietro il paradigma classico... facendo un esempio.

Do ad un bambino intelligente un giocattolo. All'inizio ci gioca e si diverte, in questo senso è un approccio olistico, ma olismo statico.
A questo punto può avere un'alzata d'ingegno: lo rompe per vedere com'è fatto. È un'azione distruttiva - per chi è legato alla fruizione - è stato un regresso. Un giocattolo è scomposto in pezzi, tanti pezzi inutilizzabili. Sì, lo ha distrutto: ma il bambino ora sa com'è fatto dentro. Ora - terza fase - bisogna rimontarlo oppure meglio, costruirne uno migliore.

Passare attraverso il tunnel della distruzione per arrivare ad un miglioramento, ad un livello più alto: dall'olismo statico del tempo antico, all'olismo dinamico e variabile del tempo attuale, libero da preconcetti e da condizioni prestabilite che speriamo il futuro ci riservi.

Il paradigma galileiano/newtoniano in un certo senso ha avuto una grande rilevanza, e funzione storica. Noi che siamo figli dell'atomismo, ora lo stiamo superando, in nome dell'olismo, ma senza di esso non saremmo arrivati ad oggi. Il nuovo olismo emerge dalla possibilità che noi abbiamo di vedere le infinite unità, possibilità che gli atomi ci consentono di formare proprio perché li conosciamo come oggetti separati.
Molte civiltà (ad esempio, cinesi, con lo yin e lo yang) hanno visto da sempre questo mondo in continuo divenire e trasformazione.

La distruzione è un fondamentale elemento di costruzione

Nello schema galileiano newtoniano la Natura è concepita come insieme di corpi, in principio isolabili, a patto di allontanarli indefinitamente e che interagiscono tra loro soltanto dall'esterno attraverso l'uso della forza, cioè con lo scambio di energia. Un flusso di energia corrisponde all'applicazione di una forza.
Secondo questo schema, la Materia è intrinsecamente passiva: fa qualcosa solo quando qualcuno gliela fa fare. Milton ha giustamente osservato il ruolo di questo paradigma nelle scienze sociali: di fronte a qualunque evento sociale si avvia la ricerca dei colpevoli.

Anche gli esperimenti che devono essere riproducibili, è cosa irreale. Nessun evento umano è riproducibile esattamente due volte. Non si tornerà mai alla stessa condizione. Ogni volta il risultato sarà differente.
In fisica siamo abituati ad avere ripetibilità perché si prendono in considerazione dei corpi isolati. La Natura è fatta di corpi isolati, quindi considerando dei corpi isolati con tutto quello che ci sta all'interno, senza che questi subiscano variazioni, dovremmo riuscire a rendere i calcoli molto semplici e riportare tutto a livello matematico.
Il postulato della fisica classica si basa proprio sul concetto che tutto è matematico, schematizzabile, fisso e costante, ma profondamente non aderente alla realtà oggetto di studio.

Circa 10 anni fa questo postulato viene infranto. Questo avviene quando la meccanica classica e la termodinamica classica entrano in contraddizione tra di loro.
In un mondo in cui gli oggetti fossero separabili ossia in un mondo che potesse essere definito come una collezione di atomi interagenti attraverso le forze, secondo le leggi della fisica classica, nel limite della temperatura tendente verso lo zero, avremo che gli atomi tendono a fermarsi completamente, e l'entropia (da en, "dentro", e tropé, "trasformazione" ossia la capacità di mutamento del corpo, misura il disordine presente) diventa infinita. Entropia infinita significa che la Natura non diviene più, ossia che diviene uguale all'essere di Parmenide, un qualche cosa di fisso che non si muoverà più per l'eternità. Questo si deduce rigorosamente dalla matematica, e la contraddizione è stata l'origine della crisi. Dato che questo non è possibile. [3]

Il Vuoto Quantistico

L'affermazione che la natura fisica può essere considerata come un insieme di atomi legati da forze è falsa. Ci deve essere qualche cos'altro. C'è un nuovo oggetto non localizzabile che si è convenuto chiamare "vuoto quantistico". Ma se è vuoto non dovrebbe esistere?
Il vuoto è qualcosa. Non è il nulla.
È un oggetto suscettibile di oscillazione e non coincide con lo spazio vuoto perché è una struttura anteriore, logicamente, allo spazio tempo. Non può essere fatta coincidere con il vecchio concetto di etere. Perché questo era una specie di strato di materia, una sorta di oceano dove i corpi galleggiavano.
Il vuoto è una struttura da cui poi emergerà lo spazio tempo.

È uno oggetto che astrattamente è capace di interagire con i vari oggetti. Quindi nella concezione quantistica nessun corpo è mai isolabile, perché si può isolare solo dagli altri oggetti, ma non si può isolare dal vuoto. Si può usare una metafora (sbagliata):
immaginiamo che ci siano delle barche nel mare e il mare sia come il vuoto.
Possiamo sapere tutto dei componenti della barca e del suo equipaggio. Questo ci permette di fare delle previsioni sul comportamento della barca, per esempio su quanto tempo ci impiegherà a raggiungere un'altra barca e sulle sue prestazioni. Potremmo però accorgerci ad un certo punto che la barca comincia ad oscillare, una cosa che non avevamo previsto.
La barca oscilla a causa delle vibrazioni del mare. Questa cosa influisce nel comportamento della barca anche se questa era presa come oggetto isolato, perché la presenza del mare che non avevamo considerato ha comunque influenza nel comportamento della barca.
Quindi anche considerando la barca come elemento isolato, per poter prevedere il suo comportamento devo necessariamente considerare anche il fattore mare. [4]

Quindi in questo senso il vuoto è un oggetto fisico anche se non è spaziale. Grazie all'interazione degli oggetti con il vuoto, il corpo acquista una sua fluttuabilità intrinseca cioè oscilla.
Si può dire che non è vero che la Natura ha l'orrore del vuoto.
La Natura ha invece bisogno del vuoto per evitare l'entropia, si può dire che la Natura ha paura della quiete. Essa non può stare ferma.
Nessun oggetto fisico al mondo, incluso il vuoto medesimo è libero di non oscillare. Questo apre delle grandi possibilità. [...]

Fase e Risonanza

Possiamo avere quindi forze esterne, ma possiamo avere anche un moto da dentro all'oggetto, una forza interna collegata alla fase e alla risonanza.
Mentre il mondo della forza richiede lo spazio-tempo, il mondo della fase è al di fuori dello spazio-tempo. Una relazione di fase si può propagare a velocità infinita. Una relazione di fase può connettere tra di loro oggetti distanti nello spazio e nel tempo. Un rapporto di risonanza potrebbe per esempio essere un rapporto telepatico. Se io sono in rapporto telepatico con una persona anche distante migliaia di anni luce, la trasmissione della risonanza (ossia del pensiero) avverrebbe istantaneamente. Questo viola il principio di causalità.
Il principio di causalità non si applica alla fase, si applica solo alla forza.
La forza, l'energia e la materia seguono il principio di causalità. Quindi non si può avere un effetto prima che l'agente causale sia presente. Ma si può avere un rapporto risonante con qualcosa che avvenga in qualsiasi punto dello spazio tempo, quindi anche del passato o lontanissimo nello spazio. Queste sono le meraviglie del paradigma quantistico.

Einstein fu il primo a ben capire le conseguenze delle leggi della fisica quantistica e a spaventarsi per le sue implicazioni. Einstein capisce queste implicazioni nel paradosso di Einstein Podolski e Rosen dove disse che se le leggi della fisica quantistica sono vere, se ne deduce che due particelle in risonanza di fase tra di loro - perché sono frammenti di un'unica particella che si è separata e i due frammenti si sono allontanati - allora facendo qualcosa su una delle due istantaneamente l'altra particella sentirà lo stesso effetto, e quindi si violerà il principio di causalità e secondo il pensiero del tempo questo non era possibile. Da ciò Einstein dedusse che la fisica quantistica non poteva essere vera.

Simultaneamente ad Einstein anche il grande psicologo Carl Gustav Jung, apprese di questa possibilità grazie alla sua amicizia con il Fisico Pauli, ma anziché esserne spaventato ne fu entusiasta. Perché la natura ammette la possibilità di comportamenti istantanei sincronici. Questo concetto permetteva di spiegare molte cose a livello psicologico, per esempio il comportamento dell'inconscio collettivo.
In questo senso che cosa diventa il vuoto? Esso diventa l'archivio di tutte le esperienze naturali che ci sono state, che ci sono e che ci saranno (ndr una specie di biblioteca akasica) [5]. Ogni cosa che avviene nell'universo corrisponde a una qualche fluttuazione che va a riempire una specie di ripostiglio a cui qualcuno può attingere. Chiunque se vuole si può mettere in relazione con chiunque altro. Da qui l'importanza dell'esperimento che Pierobon ci ha suggerito cioè entrare in una risonanza di fase.

L'Indeterminazione Quantistica

Qui c'è un interessante principio di indeterminazione che è utile da apprendere. Non vi è solo indeterminazione tra posizione e impulso o tra energia e tempo. Ma c'è e anche un principio di indeterminazione meno noto tra il numero di componenti di un sistema e la loro fase. Nel senso che l'incertezza tra il numero dei componenti di un sistema, moltiplicato per l'incertezza sulla fase (ossia l'incertezza sul ritmo dell'oscillazione), non può essere più piccola della costante di Plank. Cioè se io voglio realizzare una musica perfetta, devo avere la certezza sulla fase (ossia l'incertezza deve essere zero), allora l'incertezza sul numero dei componenti deve essere infinita (quindi infinito numero di partecipanti). Mentre se il numero di componenti è finito allora l'incertezza della fase non può essere più piccola dell'inverso del numero dei componenti.

Facciamo un esempio: supponiamo di considerare felicità l'abbandonarsi ad un ritmo o ad un oscillazione. Se ricerchiamo la felicità assoluta dobbiamo risuonare ad un ritmo ben definito (incertezza zero), ma per avere l'unica vera felicità dovremo avere un numero di partecipanti infinito. Altrimenti si tratterà sempre di una "felicità relativa".
Questo fa capire perché l'essere vivente, che è un organismo centrato sulla fase, ha questa passione espansiva, perché tende a connettersi con il maggior numero possibile di esseri in natura. Da qui viene il suo interesse per la conoscenza e la curiosità, perché questo è necessario per il suo benessere. [6]

Succede quindi che gli esseri viventi risuonino nei loro intenti e pulsioni. Questo spiega come mai in certi luoghi in certi periodi troviamo la presenza di persone che hanno simili caratteristiche. Succede per esempio che nel '400, a Firenze, troviamo la presenza di tutta una serie di personalità di spicco per capacità artistiche e intellettuali. Se dovessimo prendere in considerazione la probabilità queste cose non dovrebbero succedere. A Firenze si era invece creato un ambiente risonante per cui le persone che vi risiedevano risuonavano di questo fervore intellettivo.
Il genio è una persona che ha la fortuna di risuonare con molte persone. Il genio è uno che è in grado di esprimere le passioni i sentimenti e i sogni di un grandissimo numero di persone. Lenin nell'"estremismo" dice «le migliori avanguardie i migliori partiti raccolgono i sogni e le aspirazioni di migliaia di persone. Ma le rivoluzioni accadono quando questi sogni entrano in risonanza con i sogni, le aspirazioni e le passioni di milioni e milioni di persone». [7]
Questo spiega la potenzialità enorme che sta dietro a questo concetto.

[...]

Il Dinamismo

La caratteristica dell'essere vivente è l'alto movimento. L'essere vivente si può muovere anche se nessuna forza è applicata ad esso. È attivo e la sua ragione di movimento viene dal suo interno. Un essere vivente è in grado di gestire le sue capacità e la sua energia nel modo che ritiene più opportuno.
L'essere vivente non segue solo la legge della causalità, perché esso accumula energia potenziale, che non ha una sua finalità definita. Sarà la volontà dell'essere che metterà la finalità e gestirà tale energia causando azioni a priori non prevedibili. Questo è un problema per la fisica che ama le cose prevedibili.
Grazie al fatto che gli oggetti quantistici fluttuano, possono esistere dei regimi in cui le oscillazioni di molti componenti si mettono in fase (si muovono a ritmo come dei danzatori), questo fenomeno nel mondo della fisica si chiama coerenza.

Un bell'esperimento è quello di fare delle prove con dei metronomi. Se si mettono dei metronomi su una superficie rigida e si fanno partire in tempi diversi questi manterranno il loro tempo di partenza e rimarranno sfasati nel tempo. Ma se i metronomi vengono appoggiati su una superficie oscillante, anche se vengono fatti partire in tempi diversi riusciranno in brevissimo tempo a mettersi in fase.
Si creerà così un insieme coerente. Il motivo è che c'è un mezzo (elastico) in grado di dialogare con ognuno di essi. Si crea l'autoconsistenza. (C'è quindi un continuo tentativo di ricreare la coerenza tra elementi vibranti di qualsiasi tipo.)

Si può dimostrare come teorema generale che la capacità di andare a ritmo dipende dal numero dei partecipanti. Se il numero dei partecipanti è sufficientemente alto, dopo un po' le molecole saranno in grado di risuonare tutte insieme. Siccome le molecole sono fatte di particelle cariche, l'oscillazione di particelle cariche crea un campo elettromagnetico di forma ben definita, cioè un suono puro, non un rumore. Come in un canto tutti vanno a ritmo e nessuno è stonato. In questo caso si crea un dominio di coerenza che ha una taglia, che è la lunghezza d'onda dell'oscillazione responsabile del mettersi insieme.

Spontaneamente emergono le taglie in natura.
Ogni organo ha +/- al 10% una taglia ben definita che è frutto della coerenza [8]. Qual è l'elemento biologico che non ha una taglia definita? Il tumore. Che cresce indefinitamente e non ubbidisce a nessuna legge. Questo perché nel tumore non c'è coerenza. In un tumore gli oggetti non risuonano tra di loro. Il cancro è una malattia in cui le molecole perdono per qualche ragione da stabilire la loro coerenza. [9]

L'Acqua

Gli esseri viventi sono fatti principalmente di acqua. Il 99% delle molecole che ci compongono sono di acqua, ma siccome il peso specifico è più basso delle altre molecole, l'acqua corrisponde solo al 70% del peso corporeo.
La ragione della prevalenza di acqua nel nostro corpo è data dalla sua caratteristica. Quando le molecole d'acqua diventano coerenti, l'oscillazione che fa una molecola d'acqua arriva fino al livello in cui un elettrone diventa libero. Nel dominio di coerenza dell'acqua si crea un insieme di elettroni pressoché liberi che possono essere a loro volta messi in oscillazione. Si può creare una gerarchia di livelli di coerenza.
Abbiamo tante molecole che diventano un dominio di coerenza, tanti domini di coerenza che diventano coerenti tra di loro e così via sempre a livelli superiori creando una gerarchia di livelli di coerenza. In questo sistema si possono costruire sistemi sempre più complessi ed esseri viventi sempre più grandi.
Un essere vivente funziona bene quando la gerarchia funziona bene. Quando si da energia ad un certo livello si riesce ad alimentare a cascata tutti i livelli di coerenza. [10]

Prof. Emilio Del Giudice

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