
Dolore addominale
È proprio vero
che la maggior parte dei mali
che capitano all'uomo
sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Il dolore addominale è un sintomo avvertito nella regione delimitata superiormente dal torace, inferiormente dall'inguine. Il dolore addominale può essere acuto o cronico, localizzato o diffuso, crampiforme o continuo, urente o trafittivo.
Poiché è espressione di una grande quantità di patologie, alcune banali, altre gravi da minacciare la vita della persona, è necessario fornire al medico una descrizione accurata del tipo di dolore, della sede del dolore, dei sintomi ad esso associati e della storia del dolore (tempo di insorgenza, durata, manovre che aggravano o che alleviano il sintomo).
Esistono vari tipi di dolore addominale:
- dolore viscerale: dolore che di solito si sviluppa lentamente, diventando profondo, sordo e difficilmente localizzabile, più comunemente nella zona periombelicale, epigastrica o ipogastrica;
- dolore somatico: dolore intenso, ben localizzato alla parete addominale, di solito aggravato dai movimenti o dalla tosse;
- dolore riferito: dolore che si sviluppa in una sede diversa dall'origine del dolore, ma che condivide con essa l'innervazione; questo tipo di dolore viene avvertito sulla cute o nei tessuti più profondi, ma è ben localizzabile e di solito si associa a iperestesia della zona interessata;
- dolore urente: dolore che accompagna di solito ulcera peptica o malattia da reflusso gastroesofageo; si localizza nella zona epigastrica e si manifesta a scadenze fisse nella giornata;
- dolore trafittivo: si associa di solito a ulcera gastrica o duodenale perforata, pancreatite, rottura di un aneurisma, colecistite acuta, o a calcolosi ureterale;
- dolore crampiforme: è provocato da stiramento o distensione del peritoneo o del mesentere, è tipico della sindrome del colon irritabile o delle situazioni di costipazione e, in maniera più intensa, può essere sintomo di appendicite, diverticolite, malattie infiammatorie croniche dell'intestino.
Fra i sintomi e i segni associati al dolore, la presenza di febbre, brividi, nausea, vomito, diarrea, stipsi, disfagia, odinofagia, disuria può di volta in volta aiutare a chiarire l'origine del dolore.
• Secondo le 5 Leggi Biologiche
Quali sono gli organi e i tessuti che possono manifestare, nella curva bifasica dell'SBS, il dolore?Ecco un elenco in cui sono descritti caratteristiche embriologico/istologico, conflittualità, andamento della curva e momento del dolore.
- Peritoneo: Il peritoneo è un tessuto derivante dal foglietto mesodermico antico e la sua funzione è quella di proteggere il contenuto addominale (intestini e organi). Quando intervengano conflitti di attacco e minaccia all'integrità del contenuto addominale, inizia un programma biologico e sensato in cui c'è una iniziale iperproduzione tissutale che funge da scudo protettivo più efficiente. Quando il conflitto viene risolto, le aree di maggior crescita vengono smantellate dai batteri con la produzione di liquido che cerca di impedire le aderenze tra le anse intestinali. Nella fase iniziale della riparazione (PCL A), può comparire il dolore, in questo caso viscerale. Si tratta del tipico dolore da peritonite e la palpazione può esacerbare il dolore. È un dolore diffuso se il coinvolgimento peritoneale è ampio, o localizzato se in qualche modo l'infiammazione è stata circoscritta proprio dal peritoneo e dall'omento.
- Fegato: Il fegato è un organo in cui si distinguono almeno due tipi di tessuto specifico, il parenchima funzionale di derivazione endodermica e le vie biliari intra ed extraepatiche, il cui endotelio è composto di epitelio pavimentoso di origine ectodermica.
Quando il conflitto di paura di morire di fame, di non avere di che sostentarsi inizia ad agire, il parenchima epatico viene attivato e nasce un tessuto parenchimatoso più efficace e diverso, per adempiere alla metabolizzazione di tutto quanto viene introdotto come alimento. Non ci sono sintomi in questo momento. Quando il conflitto viene risolto e la persona ha la sensazione di poter avere un futuro di abbondanza e prosperità, il tessuto eccedente viene smantellato. il fegato si gonfia di liquido e aumenta di dimensioni. La capsula che lo contiene si estende e lancia dei messaggi sotto forma di dolore. È un dolore peritoneale. Dolore sottocostale, distensivo, peggiorato da alcune posizioni e dalla pressione. Il fegato risulta debordante dall'arcata costale inferiore destra. Se c'è sindrome del profugo, il dolore è più forte.
Quando il conflitto è di rancore e collera nel territorio, per cui la persona sente di essere stata privata di qualcosa ingiustamente (ad esempio di una somma di denaro che sentiva spettargli, magari consegnata ad un altro), inizia un programma SBS per cui l'endotelio biliare viene ulcerato in funzione di aumentare il lume dei canali biliari che possono far scorrere meglio la bile (che da il colore alle feci e indica la propria identità). È in questa fase che si ha dolore, più un fastidio, piccoli dolori lancinanti. Se si arriva a soluzione del conflitto, inizia il processo di riparazione e l'endotelio si gonfia rendendo il deflusso biliare difficoltoso. il dolore solitamente non c'è ma se c'è la sindrome del profugo, può esserci dilatazione epatica e dolore.
La colica biliare è la CE del conflitto delle vie biliari. - Stomaco: La parete dello stomaco è composta di vari strati. Dall'esterno all'interno c'è la sierosa (mesoderma), la tonaca muscolare a varia struttura (mesoderma ed endoderma), la sottomucosa (endoderma) e la mucosa (ectoderma). La mucosa ectodermica è distribuita sulla piccola curvatura gastrica, nell'antro gastrico e sull sfintere pilorico. È una mucosa a sensibilità interna.
Se il conflitto è di rancore territoriale per un boccone indigesto o ingombrante, la risposta biologica è quella di ampliare la cavità antrale per favorire il passaggio del boccone verso l'intestino. La mucosa si ulcera e questa ulcerazione causa dolore gastrico e addominale, della parte alta dell'addome. Se il conflitto è recidivante e intenso, si può arrivare alla perforazione del viscere e la fuoriuscita di liquido gastrico in cavità peritoneale, con la comparsa di un dolore lancinante, a pugnalata, severissimo. Questo è il dolore della peritonite chimica da perforazione gastrica.
Anche la prima parte del duodeno è rivestita di mucosa ectodermica e segue le stesse modalità.
Se il conflitto coinvolge anche le fibre muscolari, nella CE ci può essere gastrospasmo e forte dolore gastrico.
1.stomaco; 2.arteria gastroepiploica dx; 3.fondo della colecisti; 4.fegato; 5.testa del pancreas; 6.arteria e vena mesenterica superiore; 7.duodeno; 8.arteria colica media; 9.colon trasverso; 10.grande curva gastrica; 11.corpo gastrico; 12.corpo del pancreas; 13.arteria gastroepiploica sinistra; 14.arteria splenica; 15.milza; 16.coda del pancreas; 17.flessura colica sinistra; 18.digiuno; - Milza: La Milza è un organo di origine mesodermica, che viene chiamata in causa da conflitto di svalutazione per il non riuscire a lottare, non sentirsi adatti alla lotta ed alla difesa di se'. Nella fase attiva del conflitto avviene una necrosi tissutale silente che, a conflitto risolto viene ripristinata. Questa fase di riparazione determina anche un forte edema ed un ingrossamento della milza che, trazionando sul peritoneo che l'avvolge, manda segnali di dolore. Il dolore pungente alla milza è la CE della fase di riparazione. Il dolore si presenta nella parte alta e sinistra dell'addome.
- Pancreas: Il pancreas è un organo fondamentale per l'organismo ed è formato da tre strutture principali: il parenchima che produce gli enzimi digesivi (endoderma), il parenchima che produce insulina e glucagone (ectoderma), il sistema di dotti pancreatici che veicola nell'intestino gli enzimi digestivi stessi (endotelio di origine ectodermica).
Il conflitto di boccone indigeribile, il cui sentito è quello relativo a qualcosa che non può essere digerito, attiva il parenchima endodermico che produce enzimi digestivi, proprio in funzione di avere una maggior secrezione di questi enzimi al fine di poter digerire efficacemente il boccone inassimilabile. Durante la fase attiva si produce in modo asintomatico un adenocarcinoma pancreatico. Se il conflitto si risolve (con grande difficoltà, dato che è un conflitto che colpisce persone legate all'onore ed al rispetto, che sentono di aver subito una ignominia), questo tessuto deve essere smantellato e questo comporta un iniziale forte edema della parte, il che può creare un pochino di dolore, specie se è concomitante la sindrome del profugo. È un dolore posteriore, centrale, vissuto come un senso di peso.
Il conflitto di rancore territoriale, per cui la persona non vuole digerire qualcosa che ritiene indigeribile e irritante, attiva l'epitelio pavimentoso dei dotti pancreatici, che hanno una sensibilità interna. Nella fase attiva del conflitto si verifica una ulcerazione di questi dotti ed è una ulcerazione che crea dolore, centrale, lancinante. Questa ulcerazione determina un allargamento dei dotti ed un abbondante fluire dei succhi pancreatici. Nella fase di riparazione, le ulcerazioni si riparano, con edema locale che può ostruire il passaggio dei succhi e peggiorare la sensazione di dolore. Se la condizione è accompagnata da conflitto del profugo, il dolore può essere molto grave e la stasi pancreatica molto grave. - Pelvi/Ureteri: La pelvi (o bacinetto renale) è una formazione caliciforme che si trova inserita nell'ilo renale in funzione di raccogliere l'urina prodotta dai reni per poi convogliarla all'uretere. È una struttura il cui strato più interno è l'endotelio di epitelio pavimentoso di origine ectodermica, con sensibilità esterna. Viene attivato da conflitti di territorio, ovvero dalla impossibilità di poter marcare il territorio, o anche di definire una scelta che coinvolge il proprio territorio. Durante la fase attiva si ha una ulcerazione dell'endotelio, in modo che la pelvi possa accogliere più urina per poter poi marcare meglio il territorio. Nella fase di soluzione avviene la riparazione delle ulcere e in questo momento può comparire il dolore, il fastidio addominale, nella parte posteriore dell'addome, con irradiazione verso il basso. Il dolore è anche dato dalla rallentata fuoriuscita dell'urina. Nella crisi epilettoide, se c'è coinvolgimento della muscolatura, si hanno contrazioni e la comparsa della colica renale, uno dei dolori più forti dopo quello dell'infarto e del parto.
L'uretere è un tubicino muscolo-mucoso che mette in collegamento la pelvi renale con la vescica e la sua funzione è di convogliare alla vescica il bolo urinario, attraverso una funzione peristaltica. L'endotelio è formato di epitelio pavimentoso di origine ectodermica, con sensibilità esterna. È attivato da conflitti di impossibilità di marcare il territorio. Gli effetti strutturali sono i medesimi di quelli della pelvi e non li ripeto. Il dolore della crisi epilettoide è molto acuto, posteriore che si spinge in basso verso la pelvi, con irradiazione al testicolo nell'uomo ed alle grandi labbra nella donna. La colica è molto forte e può essere accompagnato dalla perdita di un po' di sangue.
Sia nel primo caso che nel secondo, la CE può essere accompagnata da svenimento, assenza. - Duodeno: La prima parte del duodeno, ovvero la prima porzione duodenale o bulbo, è rivestita internamente di mucosa ectodermica, che ha lo stesso atteggiamento della mucosa gastrica antrale e della piccola curvatura ed a questo rimando il lettore.
- Digiuno/Ileo: Il digiuno e l'ileo sono deputati all'assorbimento ed alla assimilazione del bolo alimentare dopo che succo gastrico, succhi pancreatici e bile hanno provveduto a rendere biodisponibili le sostanze contenute negli alimenti. Alla funzione assorbente e secernente, si associa la funzione peristaltica per cui il bolo possa procedere lungo il tubo ileale ed essere quindi assorbito. Il dolore di origine digiuno-ileale è per lo più causato proprio da una alterazione di questa funzione peristaltica, per un conflitto endodermico (mesencefalico) di non poter far avanzare il boccone. Nell fase di conflitto attivo c'è una forte azione peristaltica nel luogo del boccone statico, ma la restante parte dell'ileo è fermo. In questa fase non c'è dolore. Quando il conflitto si risolve, la motilità intestinale globale riprende e con vigore. Nella CE si hanno forti spasmi peristaltici e la comparsa di dolore crampiforme, soprattutto alla parte bassa del ventre e centralmente.
- Colon/Appendice: Il colon e l'appendice vermiforme hanno le funzioni di assorbire l'acqua contenuta nel chilo, favorendo la formazione delle feci solide che, attraverso la funzione peristaltica, verranno espulse all'esterno. Anche in questo caso se il conflitto è di boccone statico, in cui è vissuta l'impossibilità a far procedere il boccone, si ha una fase attiva silente, in cui c'è intensa motilità locale, ma generale immobilità. Nella fase di riparazione la motilità si riprende e possono comparire dolori crampiformi. Il dolore appendicolare, collocato nella fossa iliaca destra, è il segno che è in atto la riparazione di un forte conflitto di boccone sporco, indigeribile, vissuto nell'ambito della propria famiglia, da persone dalle quali non ci si aspettavano cose del genere. Il dolore è determinato dalla reazione peritoneale.
Il dolore diverticolare, molto frequente, è indice di una ennesima fase di riparazione di conflitti del boccone vile e abietto, della carognata, vissuta nei confronti di parenti, figli, società in genere. il senso dominante è quello di fregatura. Le recidive possono alterare il tessuto fino a renderlo cedevole e favorire la formazione delle sacchette diverticolari che, nella nuova fase di riparazione possono arrivare anche a perforarsi, con fuoriuscita di materiale fecale in peritoneo ed ovvia, allarmante reazione. In questo caso e con più frequenza, il dolore è collocato nella fossa iliaca sinistra ed è solitamente trafittivo.
1.diaframma; 2.arco costale; 3.colon trasverso; 4.colon ascendente con austrature; 5.tenia libera; 6.ileo; 7.ceco; 8.legamento falciforme; 9.fegato; 10.stomaco; 11.legamento gastrocolico; 12.digiuno; 13.sigma; 14.appendice; 15.ileo terminale; 16.meso appendicolare; 17.mesentere; - Muscoli e parete: Il dolore addominale relativo alla parete muscolare è più che altro collegato alle ernie, ovvero fuoriuscita di contenuto addominale attraverso canali preformati (canale inguinale, ernia di Spigelio, forame otturatorio, Canale di Scarpa). Se nel sacco erniario si trovano anse intestinali, si può verificare il conflitto del boccone che non procede, che abbiamo già visto. Il dolore è per lo più dato dall'irritazione peritoneale delle anse o dell'omento, specialmente quando ci sia una strozzatura all'orifizio erniario. È un dolore somatico, inizialmente localizzato e poi generalizzato.
- Genitali femminili interni: Il dolore da ricondurre ai genitali femminili interni sono quelli dati da rottura del follicolo in corso di ovulazione, dallo sfaldamento endometriale della mestruazione, dalla rottura di una salpinge in caso di gravidanza extrauterina, dalla infezione tubarica (piosalpingite).
Sono solitamente dolori posti nella fossa pelvica, quindi al basso ventre, esacerbati dall'aumento della pressione addominale.
Il dolore premestruale è dato dall'edema endometriale che crea tensione. Si tratta della fase PCL A del ciclo. La comparsa del sangue (CE) allenta la tensione e il dolore tende a recedere.
Il dolore da rottura della salpinge è acutissimo, trafittivo e se l'emorragia è importante, si uniscono i segni ad essa relativi. La gravidanza extrauterina è l'esito di conflitti recidivanti a carico delle salpingi, quando la donna avverte visceralmente che la gravidanza non può procedere, che ci sono delle limitazioni o che non è il luogo giusto nel quale crescere un figlio. Le cicatrici residue provocano un rallentamento ed uno stop all'embrione che si annida nel luogo sbagliato.
Il dolore da infiammazione delle salpingi è un dolore molto simile a quello dell'appendice. Indica la fase di soluzione di un conflitto endodermico di boccone sessuale sporco, ripugnante, nei confronti di un uomo. Nella fase attiva del conflitto la mucosa tubarica produce tessuto altamente secernente in funzione di pulire la tuba e sgombrarla dalle impurità. Nella fase di riparazione, con l'edema e il gonfiore locale, nonché con l'azione dei batteri che smantellano il tessuto ghiandolare eccedente, compare il dolore in fossa iliaca, destra o sinistra. - Aorta: Il dolore da rottura dell'aorta è un dolore trafittivo, molto intenso, avvertito posteriormente e si associa a drammatici segni di fine vita. Per la maggior parte degli eventi, la morte sopraggiunge repentinamente. L'aorta addominale è una struttura mesodermica, con una membrana esterna molto tenace ed una tonaca muscolare altrettanto robusta. I conflitti che la coinvolgono sono quelli di svalutazione, quando si ha percezione di non riuscire a nutrire a sufficienza l'organismo, per cui ci sia bisogno di più sangue da distribuire ai vari tessuti. È un conflitto di chi vuole o deve fare tanto lavoro ed ha bisogno di far circolare meglio il sangue per poter giungere dappertutto. Durante la fase attiva si verificano necrosi asintomatiche della tonaca muscolare che, a conflitto risolto, verranno rimpiazzate da tessuto muscolare più efficiente. Anche l'endotelio viene ulcerato per aumentare il calibro del vaso e garantire un maggior afflusso di sangue, ma una volta che il conflitto viene risolto, le ulcerazioni e le necrosi devono essere riparate e questo avviene con l'impiego di sali di calcio e colesterolo. Se le recidive sono molto numerose, arriva un momento in cui con l'ennesima necrosi o ulcerazione il vaso si rompe.
1.Arco costale; 2.vena renale dx; 3.rene dx; 4.vena cava inf; 5.nervo addominogenitale - muscolo quadrato dei lombi; 6.uretere; 7.muscolo psoas maggior e nervo genito-crurale; 8.muscolo iliaco; 9.arteria iliaca esterna; 10.uretere; 11.dotto deferente; 12.testicolo; 13.tronco celiaco; 14.arteria mesenterica superiore; 15.rene sinistro; 16.aorta addominale; 17.arteria mesenterica inferiore; 18.arteria iliaca comune; 19.cresta iliaca; 20.promontorio; 21.retto; 22.arteria spermatica; 23.vescica urinaria; 24.pene