Attivazioni Biologiche

Maligno vs Benigno

Perla saggia:
I medici pensano che
quando hanno scoperto la causa di una malattia,
hanno anche scoperto il modo di curarla.

Cicerone
× ATTENZIONE! Questa pagina contiene concetti che necessitano di verifica e approfondimento e non possono quindi essere impiegati come punto di riferimento o come motivo per sospendere terapie e trattamenti in corso.
L'autore declina ogni forma di responsabilità rispetto ad un uso improprio delle informazioni qui contenute.
AVVERTENZA! In questo articolo vengono riportati documenti scritti, tratti da istituzioni pubbliche, il cui frasario è esplicito e in qualche modo impressionante. Le persone sensibili o al momento fragili, sono pregate di evitare di leggere questa pagina.

Nella medicina ufficiale (MU), quando si parla di tumori o di cancro, si accenna sempre ad una qualità posseduta dal medesimo evento. Si accenna alla sua malignità od alla sua benignità, in relazione al destino della persona affetta ed alle caratteristiche istologiche del tessuto prelevato.


Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
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Si dice di tumore benigno quando l'alterazione tissutale, rinvenuta in un pezzo asportato chirurgicamente, sia caratterizzata da:

Tipici esempi di tumori benigni sono gli adenomi, i lipomi, i fibromi ed altri.
Si parla di tumore maligno o cancro o carcinoma quando l'alterazione tissutale è caratterizzata da: In entrambe le definizioni sono contenuti degli errori e delle affermazioni non scientifiche.

Una lettura interessante

Le righe che seguono sono tratte dal sito di una istituzione rivolta al pubblico. Il frasario è esplicito e possibilmente traumatizzante. Le persone sensibili dovrebbero evitare di leggere quanto segue.
Tratto dal National Cancer Institute

La stadiazione si riferisce all'estensione del vostro cancro, quanto è ampio il tumore e se si è diffuso. Conoscere lo stadio del vostro cancro, può aiutare il vostro medico:

[...]

Come viene determinato lo stadio

Per conoscere lo stadio della vostra malattia, il vostro medico può richiedere delle indagini radiologiche, test di laboratorio ed altri test o procedure. Vedi la pagina Diagnosis per conoscere questi test (in inglese).

Sistemi che descrivono lo stadio

Ci sono diversi sistemi di stadiazione. Alcuni, come il sistema TNM, sono usati per molte forme di cancro. Altri sono specifici per particolari tipi di cancro. La maggior parte dei sistemi di stadiazione includono informazioni circa:

Il sistema di stadiazione TNM

Il sistema TNM è quello più diffuso. La maggior parte degli ospedali usano il sistema TNM come metodo per descrivere un cancro. Potreste facilmente vedere il vostro cancro descritto con questo sistema di stadiazione nella vostra cartella, a meno che abbiate un cancro per il quale viene impiegato un diverso sistema di stadiazione. Esempi di cancri con un diverso sistema di stadiazione comprendono i tumori cerebrali, del midollo spinale ed i cancri del sangue.
Nel sistema TNM:

Quando il vostro cancro è descritto dal sistema TNM, ci saranno dei numeri dopo ogni lettera, che offriranno più dettagli circa il cancro, ad esempio, T1N0MX o T3N1M0. Ciò che segue spiega cosa vogliono dire lettere e numeri:

Tumore primario (T) Linfonodi loco-regionali (N) Metastasi a distanza (M)

Altri modi per descrivere lo stadio

Il sistema TNM aiuta a descrivere il cancro in grande dettaglio. Ma, per molti cancri, la combinazione TNM è raggruppata in cinque stadi meno dettagliati. Quando parlano del vostro cancro, il vostro medico o l'infermiera può descriverlo in uno di questi stadi:

Stadio Cosa significa
Stadio 0 Sono presenti cellule anormali, ma non si sono diffuse ai tessuti circostanti. Chiamato anche carcinoma in situ, o CIS. CIS non è un cancro, ma può diventarlo.
Stadio I, Stadio II e Stadio III Il cancro è presente. L'altezza del numero, indica quanto è ampio il cancro e quanto si è diffuso ai tessuti limtitrofi.
Stadio IV Il cancro si è diffuso a parti distanti del corpo.

Un altro sistema di stadiazione è impiegato per tutti i tipi di cancro ed è circoscritto a cinque categorie. Questo sistema di stadiazione è più usato dai registri dei tumori, piuttosto che dai medici. Ma potreste aver sentito usare questa catalogazione dal vostro medico o dagli infermieri:

Il Grading dell'OMS

Grading OMS
Grado 1 Ben differenziato
Differenziato
Grado 2 Moderatamente differenziato
Mediamente differenziato
A differenziazione intermedia
Grado 3 Scarsamente differenziato
Grado 4 Indifferenziato

Discutiamo

Prima di parlare delle singole definizioni, alla luce delle 5 Leggi Biologiche, voglio parlare delle definizioni stesse di benigno e maligno.

Nell'antichità, quando la medicina era intrisa di concetti religiosi e di enorme ignoranza sui fenomeni naturali, l'andamento fatale di una malattia acquisiva profeticamente la qualifica di "maligno" con la chiara e indiscussa allusione al "maligno" per definizione, il diavolo.
L'andamento della malattia che giungeva invece a guarigione era considerato un evento baciato da dio in persona, l'essere benevolo che tutto vede e tutto può.
Il passare dei secoli non ha cambiato purtroppo questo atteggiamento e nonostante siano state scoperte molte più cose, l'andamento infausto di moltissime forme di tumore, nonostante le terapie aggressive e l'affinamento delle tecniche chirurgiche, continua a mantenere l'etichetta di tumore maligno su queste forme di "malattia".
Insomma i principi religiosi di antica memoria non se ne sono mai andati.

Di Maligno non c'è nulla!

Vediamo quindi come le 5LB spiegano i fenomeni che vanno sotto i termini di Tumori Benigni e Tumori maligni.
Occorre anzitutto considerare l'evento cancro come un fenomeno dinamico e non statico. Il fenomeno tumore ha un inizio, una evoluzione ed una fine e quindi occorre vedere questo fenomeno come un film, senza fissarsi sui singoli fotogrammi che lo compongono.
Secondariamente occorre assumere il concetto che ogni singolo caso di tumore è unico e singolare. È unico per le sue cause, unico per l'individuo che ne viene colpito, unico per il suo evolvere e unico per la sua intensità.
Occorre anche tenere bene a mente le 5LB, per cui il lettore è invitato a recarsi alla pagina a loro dedicata.

Il tumore del colon

Facciamo un esempio di un tumore del colon, partendo dal capire ogni singolo aspetto.
Il conflitto biologico che lo genera è quello di "Boccone indigesto", di "Porcata ingiusta" in relazione alla propria identità nel clan e le cose possono assumere un andamento diverso in base all'intensità dello shock biologico patito dalla persona. Più questo è intenso, più l'urgenza di risolverlo è elevata. Questa elevata urgenza determina la proporzionale velocità di crescita tissutale in fase attiva di conflitto.
Se il sentito è di non poter assimilare il boccone, saranno necessarie cellule particolarmente abili ad assolvere questo compito. Se il sentito è quello di non poter evacuare il boccone, saranno necessarie cellule speciali che adempiano in modo migliore a questo compito di espulsione e così via (vedi questa pagina)
Le nuove cellule assumeranno caratteristiche di particolare indifferenziazione, in quanto non hanno il normale ruolo svolto dalle cellule normali della sottomucosa endodermica, quindi al microscopio sono particolarmente difficili da differenziare. Il loro compito è di fare presto il lavoro richiesto, quindi anche le loro caratteristiche istologiche sono speciali. Se il tumore fosse asportato in questo momento il patologo stilerebbe un referto molto negativo, inserendo la terminologia di "Carcinoma altamente indifferenziato" che allude ad una malignità elevatissima.
Queste cellule così straordinarie, avrebbero anche un comportamento particolarmente invasivo, proprio perché devono fare presto, inducendo una particolare vascolarizzazione ed una tumultuosa rapidità di crescita. Il patologo scriverebbe "Carcinoma infiltrante altamente indifferenziato", una sentenza ancora più negativa.
Queste cellule, devono fare il loro lavoro in modo straordinariamente efficace e per un tempo non definibile, quindi il fenomeno dell'apoptosi, ovvero la morte cellulare normale, sarebbe interrotta. Non c'è nemmeno il tempo di morire per queste cellule. Con tutta probabilità queste cellule non verrebbero trovate in nessuno dei tanti linfonodi tributari del colon.

Se il conflitto procede per un tempo sufficiente, le cellule acquisterebbero caratteristiche di maggiore differenziazione, cioè acquisterebbero caratteristiche che potrebbero farle riconoscere come cellule assorbenti o secernenti. La crescita rimarrebbe forte e l'invasività locale manterrebbe una certa aggressività. Il tumore è di dimensioni proporzionali all'intensità del conflitto vissuto. Se fosse asportato in questo momento, il patologo potrebbe stilare un referto più possibilista: "Adenocarcinoma infiltrante a basso grado di differenziazione" ad esempio. Il fenomeno dell'apoptosi sarebbe ancora assente.

Supponiamo che la persona risolva, in un modo o nell'altro, il proprio conflitto. Le cellule cresciute fino ad allora riceverebbero l'ordine di non crescere più e nel frattempo i batteri provvederebbero a demolire la massa non più necessaria. Nel fare questo potrebbero coinvolgere i capillari inseriti nella massa e determinare il sanguinamento. Il fenomeno dell'apoptosi sarebbe ora molto intenso e il drenaggio linfatico potrebbe far si che i linfonodi tributari si riempiano di cellule adenocarcinomatose provenienti dalla massa ora in smantellamento. Se il tumore fosse asportato ora - evenienza che avviene nella gran maggioranza dei casi - il patologo stilerebbe un referto di "Adenocarcinoma infiltrante moderatamente differenziato. 8 dei 20 linfonodi esaminati mostrano micrometastasi da adenocarcinoma".
La persona operata verrebbe considerata "malatissima" ed avviata al programma di chemioterapia post-operatoria che non farà altro che intossicarlo e gettarlo nello sconforto e nel panico più completo...eppure il suo cancro stava per andarsene da solo.

Supponiamo invece che l'individuo abbia risolto il suo conflitto e che l'adenocarcinoma non diventi sintomatico e l'azione batterica venga in qualche modo interrotta o indebolita. Il tessuto adenocarcinomatoso peduncolato, particolarmente secernente nella fase attiva di conflitto, sarebbe ora funzionalmente inerte e le sue caratteristiche sarebbero quelle che nei referti sono descritte come "Adenoma peduncolato del colon", un tipico tumore benigno. Le cellule prima così diverse, sarebbero ora molto somiglianti a quelle normali e considerate benigne. In realtà si tratta di un tumore che ha finito la sua funzione.
Quando nei referti si trovano diciture del tipo: "Adenoma villoso benigno con displasia di basso/medio/elevato grado", si tratta di reperti bioptici di adenomi in diverse fasi di remissione.

Il tumore della mammella

Vediamo ora un altro esempio, il carcinoma duttale che colpisce tante donne.
Le cellule epiteliali che rivestono la parete interna dei dotti galattofori concorrono a determinare il diametro interno dei dotti che veicolano il latte dalla ghiandola mammaria all'esterno. Sono stimolati dai contatti tra feto e mamma. Se il contatto viene a mancare repentinamente, con il percepito di non poter allattare, l'epitelio si modifica in modo sensibile in modo da aumentare il diametro interno dei dotti e favorire il deflusso potenziato di latte.
Durante la fase attiva del conflitto, l'epitelio si ulcera e il latte può quindi fluire meglio. Quando il contatto viene ristabilito, la Natura provvede a riparare l'epitelio deterioratosi e lo fa con la crescita rapida di tessuto epiteliale. Come per l'esempio precedente, anche in questo caso l'intensità del conflitto determina poi il bisogno di una crescita proporzionale. Per cui se la donna ha vissuto intensamente un conflitto di separazione da chi vuole accudire, la fase attiva del conflitto sarà intensa e le ulcerazioni profonde ed estese. Ne consegue che la riparazione dovrà proporzionalmente essere rapida e intensa.

Le cellule che concorrono alla riparazione saranno tanto diverse dalle normali cellule epiteliali, quanto più è urgente la riparazione.
Nella prima fase di riparazione le cellule saranno fortemente indifferenziate, morfologicamente molto diverse da quelle normali e il loro comportamento sarà aggressivo ed espansivo. Se il tumore fosse asportato adesso, il patologo scriverebbe probabilmente "Carcinoma duttale infiltrante indifferenziato". L'apoptosi sarebbe pressoché assente e i linfonodi di I, II e III livello risulterebbero indenni.
Nella successiva fase di riparazione, quando la ricostruzione va avanti, le cellule dapprima indifferenziate acquisterebbero le tipiche caratteristiche di epitelio pavimentoso e la indifferenziazione sarebbe meno marcata. Se il tumore fosse rimosso adesso, il patologo scriverebbe forse un referto di questo tipo: "Carcinoma duttale infiltrante moderatamente differenziato" e i linfonodi comincerebbero a drenare cellule carcinomatose giunte a morte.

Anche in questo caso, nonostante il fatto che la "malattia" è in fase di guarigione, la donna verrebbe sottoposta a chemio e radio, notorie pratiche aggressive e invalidanti. Senza dimenticare che la donna dovrebbe distaccarsi forzatamente da chi ha bisogno di essere allattato, con una probabile recidiva conflittuale.

Il tumore della prostata

Da ultimo parliamo di un altro tumore molto frequente, quello della prostata.
La ghiandola prostatica di origine endodermica, risponde ai conflitti del boccone sessuale in cui l'uomo ha la percezione biologica di non poter fecondare le femmine del suo branco, per cui è richiesto alla prostata una intensificazione della produzione di secreto spermatico. Anche in questo caso l'intensità del sentito conflittuale determina l'intensità della risposta biologica. Nella fase attiva la necessità di avere liquido spermatico in abbondanza, impone alle cellule di essere diverse, anche in modo sostanziale, rispetto a quelle normali. Se la prostata fosse asportata in questo momento, il patologo rinverrebbe cellule fortemente indifferenziate, con crescita tumultuosa ed una capacità infiltrante di alto livello, ma questo in risposta all'urgenza di essere efficaci inseminatori. "Carcinoma prostatico indifferenziato infiltrante" sarebbe il referto stilato, con tutta probabilità.

Supponiamo che il conflitto duri per un po' di tempo e la sua intensità cali. Le cellule comincerebbero ad assumere caratteristiche di maggiore differenziazione, essendo il conflitto ormai di lunga durata e di bassa intensità, ma la loro crescita si manterrebbe. La prostata potrebbe giungere a dimensioni rilevanti, senza però causare che piccoli disturbi alla minzione. Se la prostata fosse asportata ora, il patologo potrebbe scrivere nel referto: "Adenocarcinoma prostatico".

Supponiamo ora che il conflitto giunga a termine e che la fase di riparazione sia particolarmente leggera, tanto da causare sintomi di bassa intensità. In assenza di batteri che causino la caseificazione delle cellule, queste verrebbero incapsulate e la produzione di liquido tornerebbe normale o leggermente scarsa. Se la prostata fosse rimossa ora, il patologo potrebbe scrivere "Adenoma prostatico" nel referto.


Giorgio Beltrammi
Cancro, un evento incompreso
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Conclusioni

Dai pochi esempi descritti, che sono pur sempre esempi astratti, si evince come il formulare una diagnosi in cui compaia uno dei due aggettivi - benigno o maligno - sia un fatto legato al momento in cui viene fatta l'analisi del tessuto. Vengono scattati singoli fotogrammi, ma non si vede l'intero filmato.
È come se in una gara sportiva ci si fermasse a dichiarare la sconfitta di un ciclista solo dalla fotografia che lo ritrae penultimo, senza vedere tutta la competizione che lo vede invece vincitore dopo una straordinaria rimonta.
Si applica quindi un giudizio presuntivo; ciò che si vede in un preciso momento assume il potere di definire cosa avverrà in futuro.
Benigno o maligno sono due fotografie diverse di uno stesso evento che ha una sua durata e di cui si perde completamente la visione di insieme. Il brutto non è solo questo, quanto il fatto che il solo pronunciare o scrivere in un referto gli aggettivi di cui sopra, può cambiare drasticamente la trama dell'evento; in modo felice e sereno in un caso e in modo triste e troppo spesso fatale nell'altro.

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