Attivazioni Biologiche

Dolore ai piedi

Se la mano è una struttura molto complessa, il Piede lo è molto di più. Ossa, muscoli, tendini, legamenti, aponeurosi, nervi e vasi sanguigni formano una struttura molto intricata e funzionalmente di importanza determinante per la vita umana.


Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
424 pagine B/N, 1450 termini circa e centinaia di immagini.

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Tratto da "SIMBOLOGIA Y CUERPO - Cartografía Simbólica de Nuestra Corporalidad" di Elías Cohen
I piedi sono la vera base del corpo e sono eccellenti indicatori su quanto la persona sia o meno radicata, equilibrata e ben appoggiata. Allo stesso tempo sono molte le cose che possiamo apprendere osservando e connettendoci ai nostri piedi. Sotto l'aspetto psicologico i piedi sono di vitale importanza, giacché sono la parte di noi che prende contatto con la realtà, con il pavimento, con la terra, con la gravità. A livello fisico un disequilibrio nei piedi compromette l'equilibrio totale della struttura corporea.
Secondo la tradizione della Medicina Cinese, il Qi percorre tutto il corpo come una forma di energia fluida e vitale attraverso i cosiddetti "meridiani". Questo concetto di meridiani indica la presenza di una vastissima rete di interconnessione. Il meridiano di rene, l'organo più vitale e importante, inizia proprio dalla pianta del piede.
I piedi ci connettono alla terra, permettono la postura verticale e sono al tempo stesso uno dei luoghi più simbolici del corpo umano.
Rappresentano il punto di partenza della verticalizzazione, elevazione e ascensione.
I piedi indicano anche il carattere della persona. L'uomo non si è sviluppato per vivere curvo, schiavizzato ma al contrario, è stato creato per vivere in piedi, basato sulla propria verticalità.

Il piede è composto da tarso, metatarsi e falangi ed è in connessione con tibia e perone a livello della caviglia.
Le funzioni del piede sono molto numerose, di tipo sensitivo e motorio. Nel primo caso i nervi sensitivi del piede inviano informazioni molto utili riguardanti il tipo di terreno, l'inclinazione del medesimo al fine di mantenere l'equilibrio e ricevono - quando non coperti da calzature - molte informazioni sull'ambiente circostante, sui movimenti della e sulla terra. In altri termini, le sensazioni percepite dal piede permettono alla persona di conquistare e mantenere la propria indipendenza e sopravvivenza.
Le funzioni motorie appaiono ovvie, consentendo alla persona di camminare, correre, cambiare direzione, salire, scendere, ovvero proiettarsi nelle tre dimensioni conosciute.
Per conoscere almeno sommariamente l'anatomia del piede, osservare le immagini sottostanti.


1. Tibia; 2. Muscoli flessori profondi; 3. Muscoli flessori superficiali; 4. Articolazione tibioperoneo-astragalica; 5. Legamento calcaneo-astragalico interosseo; 6. Articolazione calcano-astragalica; 7. Tendine d'Achille; 8. Calcagno; 9. Vasi e nervi della pianta del piede; 10. Astragalo; 11. Articolazione astragalo-calcaneo-navicolare; 12. Osso navicolare; 13. Articolazione cuneo-navicolare; 14. Osso cuneiforme intermedio; 15. Articolazione tarso-metatarsale; 16. Metatarsi; 17. Articolazioni metatarso-falangea e interfalangea; 18. Muscolo quadrato plantare e tendine del Muscolo flessore lungo comune delle dita; 19. Muscolo flessore breve plantare; 20. Aponeurosi plantare


8. Malleolo laterale (peroneale); 18. Porzione inferiore del legamento anulare anteriore del tarso; 19. Tendine del muscolo estensore lungo del primo dito; 20. Tendini del muscolo estensore lungo delle dita; 21. Guaina tendinea del muscolo estensore lungo delle dita; 22. Tendine del muscolo peroneo anteriore per il bordo laterale del piede; 23. Tendini del muscolo estensore breve delle dita; 24. Malleolo mediale (tibiale); 25. Guaina tendinea del muscolo tibiale anteriore; 26. Tendine del muscolo tibiale anteriore; 27. Guaina tendinea dell'estensore lungo dell'alluce


7. Tendine d'Achille; 8. Malleolo laterale (peroneale); 9. Tendine del muscolo peroneo laterale lungo; 10. Muscolo estensore breve delle dita; 11. Tendine del muscolo peroneo laterale breve; 17. Porzione superiore del legamento anulare anteriore del tarso; 18. Porzione inferiore del legamento anulare anteriore del tarso; 19. Tendine del muscolo estensore lungo del primo dito; 20. Tendini del muscolo estensore lungo delle dita


2. Tibia; 3. Muscolo flessore lungo delle dita; 5. Tendine del Muscolo tibiale posteriore; 7. Tendine del Muscolo flessore lungo dell'alluce; 11. Tendine del Muscolo flessore lungo delle dita; 12. Legamento anulare interno del tarso; 13. Tendine d'Achille; 15. Chiasma plantare; 16. Muscolo quadrato plantare; 17. Tendini del Muscolo flessore lungo delle dita; 18. Tendine del Muscolo tibiale anteriore; 19. Superficie d'inserzione del Muscolo tibiale posteriore; 20. Muscoli lumbricali; 21. Muscolo flessore lungo dell'alluce


1. Fascicoli longitudinali dell'aponeurosi plantare; 2. Aponeurosi plantare; 3. Localizzazione dell'apofisi stiloide del quinto metatarso; 4. Muscoli plantari, gruppo laterale; 5. Tuberosità posteriore del calcagno; 6. Muscoli plantari, gruppo interno, con fascia; 7. Tendini del muscolo flessore lungo delle dita; 8. Tendini del muscolo flessore corto plantare; 9. Muscolo lumbricale; 10. Muscolo flessore cono del quinto dito; 11. Muscolo flessore plantare breve; 12. Tendine del muscolo peroneo laterale lungo; 13. Muscolo abduttore del quinto dito; 14. Tendine del muscolo lungo del primo dito; 15. Muscolo flessore breve del primo dito; 16. Muscolo abduttore del primo dito; 17. Aponeurosi plantare


1. Tendini del muscolo flessore breve plantare; 2. Tendini del muscolo flessore lungo delle dita; 3. Muscoli lumbricali; 4. Muscoli interossei; 5. Muscolo flessore breve del quinto dito; 6. Muscolo abduttore del quinto dito; 7. Muscolo quadrato plantare; 8. Tuberosità posteriore del calcagno; 9. Tendine del muscolo flessore lungo del primo dito; 10. Muscolo flessore breve del primo dito; 11. Muscolo abduttore del primo dito; 12. Muscolo flessore breve plantare; 13. Apofisi stiloide del quinto metatarso; 14. Tendine del muscolo peroneo laterale lungo; 15. Fascícolo trasverso del muscolo abduttore del primo dito; 16. Chiasma o decussazione plantare; 17. Malleolo mediale (tibiale); 18. Resti dell'aponeurosi plantare

• Secondo le 5 Leggi Biologiche

Come si è potuto notare, l'architettura e le strutture del piede sono estremamente complesse ed allo stesso modo, individuare le ragioni del dolore ai piedi è molto difficile. Occorre stabilire, come sempre, quale tessuto è coinvolto, quale è la sua fisiologia speciale e in che punto della curva bifasica si manifesta il dolore. Sono quindi da considerare le seguenti strutture:

Trattandosi di tessuti per lo più derivati dal mesoderma recente, l'attivazione biologica a loro carico è sostenuta da un sentito di inadeguatezza, ad esempio non riuscire a percepire il terreno sottostante (mi manca la terra sotto i piedi), non riuscire a percorrere la strada imposta, sentirsi inadatti a prendere quella direzione, non riuscire a definire la propria direzione, non riuscire ad elevarsi (mettersi in punta di piedi).
Quando inizia l'attivazione i tessuti coinvolti vanno incontro ad un processo asintomatico di necrosi e impoverimento tissutale, il tutto in funzione di creare lo spazio necessario per il nuovo tessuto che verrà installato a conflitto risolto. L'attivazione a carico dell'osso ha a che fare con la resistenza, mentre il coinvolgimento delle articolazioni ha più a che fare con la libertà di movimento, con la possibilità di muoversi, adattarsi. L'attivazione a carico di strutture legamentose e tendinee ha a che fare con l'elasticità, con la rapidità, con il mantenere la posizione.

Dal momento in cui la persona ritrova la propria validità e riesce a fare ciò che credeva essere incapace di fare, inizia il processo di riparazione, che in questo caso si potrebbe definire di potenziamento, con la comparsa di tessuto nuovo e più efficiente. Questa prima fase di riparazione determina per lo più forte dolore spontaneo (per la tensione periostea, o legamentosa, o delle guaine tendinee) che ha il solo scopo di invitare/obbligare la persona a fermarsi ed a mettere a riposo l'arto che, peraltro, è in una fase di debolezza strutturale. Al dolore si accompagna sempre una forte limitazione funzionale per cui il carico è pressoché impossibile. Può quindi esserci rossore, calore locale e forte edema, specie in presenza di Sindrome del profugo (gotta).
Dopo la Crisi Epilettoide, che non ha sintomi degni di nota, inizia la seconda fase di riparazione dove il dolore è ancora importante, ma meno grave. Il tessuto rimaneggiato è debole e fragile e possono intervenire le fratture anche a seguito di piccoli traumi. Anche in questa fase è importante mettere il piede dolente in protezione, per non allungare il periodo di completa riparazione.

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