Attivazioni Biologiche

Voglio un figlio ma...

30 aprile 2020
Perla saggia:
La vita di una persona
non è una somma di sintomi
o di dati di laboratorio.

M. Montello

I concetti espressi in questo articolo sono elaborazioni teoriche che necessitano di conferma scientifica.
L'Autore declina ogni forma di responsabilità al riguardo di un uso sconsiderato di questi concetti. Questo articolo non sostituisce in nessun caso il consulto di esperti ginecologi e andrologi per la soluzione di problemi di infertilità.

1. Introduzione

Ci sono un sacco di coppie con gravi difficoltà di procreazione. Io stesso, quando ero ancora sposato, ho fatto parte di quelle coppie con la "culla vuota".
Nel mondo il problema dell'infertilità ha avviato la costruzione di tantissimi centri di studio al riguardo, con una pletora di teorie, interventi chirurgici, cure ormonali e farmacologiche di vario genere e molto è stato fatto, ma non tutto. L'infertilità in giovani coppie apparentemente sane, è un problema in incremento di gravità e paradossalmente colpisce le coppie di paesi benestanti, ricchi ed evoluti. Le culle però, rimangono vuote e gli strascichi di queste mancate gravidanze possono durare a lungo.
Quando è toccato a me, a noi, siamo andati incontro ad una avventura pazzesca e ammetto di essermi sentito spesso come una cavia, torturata ed esposta a pratiche imbarazzanti e decisamente fastidiose.

Mettiamo subito in chiaro un paio di cose:
Prima: nessuno dei due membri della coppia ha colpe se la culla non si popola, in Natura la colpa non esiste.
Ho sentito varie coppie addossarsi vicendevolmente, tristemente e rassegnatamente la responsabile colpa della loro mancanza di figli.
Seconda: L'infertilità è una condizione biologicamente sensata che risponde ad una semplice Legge di Natura: LA VITA NON SI RISPARMIA, MA NEMMENO SI SPRECA.
Quindi vediamo di fare un pochino di chiarezza su questa condizione, addentrandoci su un piano percettivo e biologico relativo ai due, speriamo, innamorati.


Giorgio Beltrammi
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Altro punto importante da comprendere è che la femmina è la regista del film sulla riproduzione. È lei che fornisce il nutrimento, l'energia, il calore e la forza a tutto il processo denominato gravidanza, per cui partiremo proprio da lei e dalle sue percezioni, ricordando che non è utile focalizzarsi sui processi mentali per comprendere le ragioni dell'infertilità.
È importante invece scendere su un piano più animale. Trattandosi di sopravvivenza (della specie) siamo sul piano del conflitto di sopravvivenza, non tanto dell'individuo in se' (che può vivere benissimo senza figli), quanto del clan e in senso più generale, della specie. Quindi si tratta di una cosa molto seria e cruciale.

2. Percezioni femminili

La femmina ha bisogno fondamentalmente di una cosa: la miglior condizione possibile per dare alla luce i propri figli;
e ciò per un semplice motivo, non si spreca nessuna vita.
Il percepito femminile riguarda:

una di queste necessità non esclude l'altra. Sono necessità biologiche, talora distanti dalle necessità psicologiche.

Se la percezione animale è di pericolo per i cuccioli, non conta nulla o pochissimo il desiderio di avere un figlio o di essere mamma.
Le due necessità di cui sopra, possono giungere alla mente femminile in forma di "progetto famigliare", "adempimento alla propria funzione", "essere teneramente madre" e altre amenità psicologiche. Si tratta del famoso "Progetto femminile" in cui il maschio viene incluso, ma sul quale ha ben poco potere.
Se la percezione femminile, che non è detto sia portata in coscienza, è quella per la quale la fecondazione, la gravidanza, il parto e l'allattamento non sono possibili o sicuri, la gravidanza potrebbe non avvenire anche dopo svariati tentativi e cure.

Cosa e chi rende sicure le quattro fasi di cui sopra?

Se questi punti sono soddisfatti, la gravidanza ha le migliori possibilità di compiersi, altrimenti la coppia viene posta in stand-by fino al raggiungimento di condizioni ideali.
I quattro punti di cui sopra, possono essere percepiti dalla femmina in qualsiasi momento, anche in condizioni ambientali che possono apparire, ad altri, molto critiche.

Appare evidente che: mancano molti punti su cui fondare una solida e gioiosa gravidanza.

Il Padre "giusto" o "utile"

In Natura "giusto" e "sbagliato" non esistono, mentre esiste "utile" e "inutile". Quindi nella coppia riproduttiva esiste il partner utile e quello inutile. Se non è utile ai fini riproduttivi questa riproduzione non avverrà.
Ma chi decide se il partner è utile o meno? Principalmente la femmina. È lei che percepisce l'utilità e, per dirla alla umana, il fatto che sia giusto.
Il maschio ha capacità percettive meno sofisticate e se la fa, per così dire, con chi capita. Per lo più lui non deve pensare o scegliere, lei si e non lo fa coscientemente. È brutale ma è così. Se ragioniamo cinicamente e grossolanamente, il maschio è sostanzialmente un inseminatore, poco altro.

Come decide, la femmina, qual'è il padre utile?
Non è noto. Ci sono variabili innumerevoli. Feromoni? Percezione di forza e potenza? Educazione? Bisogni materiali? Senso estetico? Io credo che, stando sul piano biologico, la femmina percepisca il dominante che, in quanto tale, racchiude le caratteristiche di cui sopra. È dominante, forte e potente, profuma di possibilità, prospettive e successo, è ricco (di risorse), è anche bello, sa che cosa vuole e come ottenerlo.
Quando queste caratteristiche chiave, incontrano la giusta serratura, si apre la porta alla possibilità riproduttiva. Lei si rende appetibile e il maschio non disdegna certo fare la sua parte. Occorre però comprendere che le percezioni femminili sono soggettive e non oggettive. Tutto ciò giustifica le gravidanze al primo colpo, o in situazioni che a prima vista sembrano sfavorevoli. Voglio ricordare che i nati in Italia, del 1945, sono stati concepiti sotto le bombe.

3. Il Contesto

La femmina percepisce non solo il proprio partner utile, ma percepisce anche l'energia del contesto nel quale la coppia si forma, cresce e si sviluppa. Entrano in campo:

Rispetto a tutti questi punti, occorre fare un discorso storico.
Fino a circa 60 anni fa, una coppia si formava nello stesso paese in cui vivevano le stesse famiglie dei due innamorati. Difficilmente i due si allontanavano da quel posto. Erano presi dall'economia locale, dai legami famigliari, dalle condizioni sociali, per cui ciò che serviva era a portata di mano. Le pretese e le stimolazioni erano poche. Il progetto era semplice: nascere, crescere, riprodursi. Tutto gravitava intorno alla prosecuzione di ciò che era sempre stato.
"Banale e scontato" verrebbe da dire, ma rimuoviamo il giudizio e rimaniamo sul piano biologico.
Fin dalla preistoria l'umano ha capito e consolidato un comportamento tale per cui il gruppo famigliare piccolo è il miglior modo per garantirsi calore, protezione e sopravvivenza e che la famiglia allargata (detto anche clan) può aumentare la protezione, garantisce assistenza, approvvigionamento e supporto. Per 10000 anni questa è stata la formula idealmente, ecologicamente, economicamente, naturalmente più efficace per ottenere riproduzione e prosecuzione. Lo è stato fino agli anni '60 del secolo scorso. In 50 anni abbiamo avuto la pretesa di sovvertire tutto e potevamo pretendere di non avere qualche problema?
La situazione è ora così innaturale che il percepito è spesso di impossibilità alla gravidanza, di incapacità ad essa.
Prima l'intero clan si radunava attorno alla coppia, che sapeva di poter adempiere alla propria funzione nel miglior modo possibile. Ho detto "miglior modo possibile", non "miglior modo assoluto", in quanto il primo si basa sulle percezioni della copia, il secondo è impersonale, quindi inesistente.
Si faceva il meglio possibile con quello che si aveva, molte perdite è vero, ma anche molti figli.

Ora il clan è talmente sparso e immiserito che, pur avendo tanto a disposizione per soddisfare non solo le necessità ma anche i capricci, fare figli è divenuto un problema per moltissime coppie. Come suol dirsi, "Non si vive di solo pane".
Questa nuova, frenetica, immatura trasformazione del "nido" sembra, e credo essere, una importante ragione di queste difficoltà riproduttive.

4. Emozioni fertili(zzanti) ed Emozioni sterili(zzanti)

Come per tutte le alterazioni della fisiologia regolare e normale, anche l'infertilità ha una radice emotiva che ne garantisce la permanenza e la recidiva.
Ci sono emozioni fertili o fertilizzanti che creano i presupposti, e li sostengono, per la capacità/possibilità riproduttiva. Sono:

Poi ci sono, invece, le emozioni sterili o sterilizzanti, che rimuovono le basi e i fondamenti per una normale, serena funzione riproduttiva:

Da ricordare che sono emozioni che sono e rimangono inespresse, soffocate, represse, ma non meno attive e di cui femmina e maschio possono non esserne coscienti. Le emozioni sono in grado di alterare sensatamente le funzioni cerebrali fintanto che le percezioni non cambiano.
Queste emozioni possono essere:

È possibile, plausibile supporre che antichi conflitti irrisolti nel clan, possano influire sulla coppia in toto e/o su uno dei due componenti la coppia.
Fintanto che l'emozione o le emozioni sopite e sterili non vengono portate in coscienza ed espresse, il segnale di blocco alla riproduzione rimarrà attivo.

5. Alterazioni strutturali

Affinché un ovulo maturi, è necessario che l'asse ormonale ipotalamo-ipofisi-ovaio funzioni normalmente, in modo che l'ovulo entri nella tuba e sia fecondato. È quindi necessario che il dotto tubarico sia libero e permeabile. Allo stesso modo la camera uterina deve essere anatomicamente normale e l'endometrio deve avere una struttura cellulare con le modificazioni adeguate affinché possa ricevere lo zigote e trattenerlo. La cervice deve possedere il muco che sia "amichevole" nei confronti degli spermatozoi e che ne permetta la sopravvivenza, in modo che possano facilmente prendere la via verso le tube di Fallopio.
Infine, gli spermatozoi devono essere presenti in quantità sufficiente ed avere la capacità di muoversi adeguatamente per giungere a destinazione.

Se ne deduce che: non potrà avvenire la fecondazione.
Saranno necessari diverse pratiche di studio e di laboratorio, per conoscere le cause di queste possibili situazioni. Il trattamento dipenderà ovviamente dalla causa che impedisce la fecondazione o l'annidamento.

Sul ciclo mestruale abbiamo già argomentato in passato, per cui non sto a ripetermi. Ma a proposito di mestruazioni occorre dire che l'ambiente intrauterino, dopo anni di mestruazioni si inacidisce per azione batterica (del tutto fisiologica), intervenuta nel processo di smantellamento dell'endometrio iperplastico.
L'ambiente a pH acido (vedi questo interessante articolo) non favorisce la funzione spermatica, che ha invece necessità di un ambiente a pH basico.
Quando la femmina umana tarda a rimanere incinta, per i più svariati motivi, passano troppi cicli mestruali che rendono la camera uterina con pH acido, che può rendere impossibile la sopravvivenza degli spermatozoi e impossibile la fecondazione.

Nota a margine: Credo che non ci siano studi al riguardo di quanto gli assorbenti interni possano causare una acidità intrauterina. Ma a me viene da dubitare sulla loro biologicità. Impedire al sangue mestruale ed ai residui di endometrio di fluire all'esterno, con il ristagno di tessuto che viene aggredito dai batteri, non credo sia naturale. In Natura la femmina perde naturalmente il sangue mestruale; al massimo viene raccolto in pannolini di tessuto.

6. La salute del maschio

Sebbene la parte maggiormente coinvolta nella gravidanza sia la femmina, la parte maschile è inevitabile/indispensabile...ancora.
Questa parte può essere alterata da diversi fattori:

Il primo tipo di conflitto (territorio) va a coinvolgere l'area perinsulare cerebrale dell'emisfero destro, che gestisce il comportamento, la risposta e l'ormonalità di tipo maschile. Un conflitto che impatti questa zona del cervello può determinare un precipizio ormonale, una "femminilizzazione" del maschio che appare remissivo, sessualmente inerte e, dato che il testosterone è la ragione della produzione e maturazione degli spermatozoi, la carica spermatica è scarsa per le finalità riproduttive.
Il secondo tipo di conflitto (perdita/inadeguatezza) coinvolge le aree testicolari della sostanza bianca cerebrale, il che comporta una defunzionalizzazione delle aree interstiziali del testicolo, con crollo della produzione di testosterone. Gli spermatozoi vengono prodotti scarsamente e in più possono apparire deformi e/o poco vitali.
In ogni caso si ottiene una scarsa aggressività sessuale, una scarsa libido, un atteggiamento non tipico maschile, una scarsa produzione spermatica e una poca vitalità degli spermatozoi nell'ejaculato.
Chi causa conflitti di territorio nel maschio?
I rivali, il padre, i colleghi, il capo, la mamma, la moglie, la compagna, i fratelli, ma anche antiche conflittualità transgenerazionali irrisolte.
Cosa causa conflitti di perdita/inadeguatezza? L'essere stati lasciati brutalmente in stato di innamoramento, la morte della compagna, l'allontanamento forzato dalla compagna, l'educazione repressiva e svalutante, una madre irraggiungibile, abbandoni emotivi, ecc.
Sebbene il luogo comune indichi nel maschio un essere rozzo e insensibile, ciò non corrisponde affatto alla verità. Il maschio subisce colpi dalla vita, colpi duri, ma la sua indole è il non manifestarli. E non è così raro osservare che quando un maschio esprime il suo dolore e il suo scoramento, venga giudicato e deriso. Il che certo non aumenta la sua autostima e la sua adeguatezza al ruolo.


Giorgio Beltrammi
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Molto importante è riflettere su un particolare e possibile meccanismo sterilizzante: il rapporto tra i due membri della coppia.
In Natura lei sa chi è lui e lui sa chi è lei. Ma più importante è il fatto che lui sa qual'è il suo ruolo e la sua parte, le sue responsabilità e le sue prerogative. Anche lei sa qual'è il suo ruolo e la sua parte, quali le sue responsabilità e le sue prerogative.
Finché tutto ciò rimane rispettato, lui sa di essere il dominante, il maschio alfa che elegge lei, la sua femmina alfa, a dominante del nido. Lei, parimenti, sa di essere la dominante, la femmina alfa. Lui la feconda e lei desidera che lui lo faccia e lo lascia fare.
Il casino può nascere quando lui non si percepisce come unico maschio alfa, come dominante o, peggio, quando percepisce che lei è il suo contender, il suo nemico o il suo dominante.
Perché?
- Perché c'è un altro dominante tra i due?
- Perché lei è troppo forte e maschile?
- Perché lui ha perso il suo territorio?
- Perché lui ha perso il suo vero amore (ad esempio la sua ex)?
- Perché lui non ha diritto alla paternità?
Chi lo sa?
Ogni singolo caso è unico e va indagato senza mai, ripeto MAI, generalizzare.

7. Quindi che si può fare?

Quando una coppia ha problemi di fertilità si possono fare diverse cose:
  1. Indagare le strutture riproduttive per osservare alterazioni meccanico-ormonali, quindi si può collaborare con la Medicina classica;
  2. Indagare sul percepito bio-emotivo della femmina rispetto alla possibilità/capacità di avere un figlio;
  3. Indagare sul percepito bio-emotivo del maschio rispetto alla possibilità/capacità di avere un figlio;
  4. Indagare sul percepito dei due rispetto agli equilibri bio-emotivi nel loro rapporto d'amore;
  5. Indagare sugli equilibri bio-emotivi all'interno del clan famigliare, le eredità transgenerazionali, i conflitti irrisolti, ecc.;
  6. Riportare in coscienza le emozioni sterilizzanti nascoste e riviverle pienamente;
  7. Celebrare l'abbandono di queste emozioni;
  8. Partorire le verità nascoste, prima ancora di un figlio;
  9. Creare e riservare lo spazio biologico ed emotivo a chi non è ancora nato. Solo il vuoto può essere riempito;
  10. Adottare un bimbo abbandonato, purché non sia un ripiego o una missione filantropica. L'Amore non ha debiti e non ha crediti;
Infine, alcune domande su cui riflettere: Autore: Giorgio Beltrammi
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