Attivazioni Biologiche

Progetti, Doveri, Socialità

Perla saggia:
La psicoanalisi è quella malattia mentale
di cui ritiene di essere la terapia.

Karl Kraus

Parole chiave: stress

× ATTENZIONE! Questa pagina rappresenta un estratto dei contenuti divulgati in occasione di un evento informativo svolto presso la sede dell'Associazione "Il Richiamo".
Se sei interessato/a a ripetere un evento simile, consulta questa pagina.

Abbiamo visto in precedenza quali possano essere i percepiti che possono determinare la costruzione di un bambino. Vediamo ora quali sono le azioni che questi percepiti possono compiere nella struttura mentale di questo nuovo essere vivente, ormai giunto alla maturazione.
L'intento di questo articolo è quello di esporre quali sono i meccanismi per cui un conflitto biologico va ad interagire con le due entità presenti in ognuno di noi: il corpo e la mente e perché si verificano le malattie croniche.


Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
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Scuola e Religione - La dittatura della mente

Si tratta di due istituzioni costruite e amministrate attualmente per l'ammaestramento e il controllo della popolazione. La scuola era nata per dare alle persone la possibilità di esercitare delle scelte fondate sulla ragione e la conoscenza, poi la conoscenza è divenuta un'arma per il pilotaggio delle idee politiche (non risulterà una novità spero, il constatare che in nessuna scuola primaria e secondaria venga insegnata la storia dal 1946 ai giorni nostri). Allo stesso modo la religione e le chiese sono nate per instillare la paura e il controllo sulle menti e sulle vite di ogni singolo individuo.
In altri termini scuola e religione hanno ottenuto la repressione dei normali istinti e delle percezioni umane, portando gli esseri umani a vivere sotto la coltre della ragione e della fede. Questo è andato tragicamente a coinvolgere una delle funzioni più utili della mente: dare un significato a cose ed avvenimenti.
Una volta che la mente venga "costruita" con dogmi, logiche, ragionamenti e credenze, tende a dominare non solo le percezioni, ma la stessa vita di relazione. Si assiste allo sviluppo della mente egoica, dimenticando la mente collettiva che fa della convivenza e dello scambio, il proprio principio di base. L'esistenza diventa sempre più egoistica e disgregatrice e le esperienze vissute in questa condizione, vengono tramandate di generazione in generazione.

Riporto quanto avevo scritto in un articolo a parte: «Gli animali si tramandano le esperienze della propria specie, attraverso madre e padre; nell'umano si tramandano anche le vicissitudini politiche vissute dai propri avi.
Ogni animale, uomo compreso, trasmette la vita biologica con i suoi funzionamenti, i riflessi, gli allarmi, le pulsioni, i meccanismi di difesa, le caratteristiche morfologiche e comportamentali.»
Nell'umano, a ciò si aggiunge la trasmissione di ciò che io chiamo "vita bio-politica", che consiste in tutto quel panorama di strutture sentimentali come:
  • affetto
  • agape
  • amicizia
  • ammirazione
  • amore
  • angoscia
  • compassione
  • devozione
  • dignità
  • dissenso
  • entusiasmo
  • fiducia
  • filantropia
  • frustrazione
  • gelosia
  • gratificazione
  • indifferenza
  • indignazione
  • invidia
  • lutto
  • malinconia
  • misandria
  • misantropia
  • misoginia
  • noia
  • nostalgia
  • odio
  • onore
  • orgoglio
  • pentimento
  • perdono
  • pietà
  • rabbia
  • riconoscenza
  • rivalsa
  • saudade
  • simpatia
  • stima
  • tristezza
  • vergogna

Domande chiuse o aperte - Ricatto o Evoluzione

Mentre la vita pone in continuazione domande (o esperienze, o quesiti, o dilemmi) aperte all'essere vivente, la mente e la società mentale - spontaneamente portata ad esercitare un ferreo controllo - offrono alla persona delle domande chiuse.
La differenza tra le prime e le seconde è sostanziale. La domanda aperta è quella che non pone vincoli alla risposta, la domanda chiusa è quella che impone alla persona il rimanere nello spazio tra le risposte previste. «Cosa vuoi da mangiare?» è molto più possibilista del «Vuoi il primo o il secondo?»
Dare ad una persona delle opzioni, pur numerose, non vuol dire lasciarlo libero. Paradossalmente più opzioni si offrono e più sono percepiti la confusione, l'incertezza ed il desiderio di altre opzioni. Rimane sempre una vita limitata. La mente stessa crea i suoi bavagli, le sue redini.
Il corpo in se' è il trionfo dell'adattamento libero, in qualunque situazione...se non viene bloccato dalla mente. È l'azione bloccante della mente che crea quella che si chiama "malattia".
Purtroppo siamo così abituati a stare tra due binari (inferno o paradiso, ignoranza o sapienza, ricchezza o povertà, ecc.) che non solo non vediamo al di la' di essi, ma abbiamo paura di vedere cosa c'è oltre quei binari. Facciamo di tutto per tornare al comfort della vita limitata.


Giorgio Beltrammi
A proposito di...Corpo Umano
320 pagine B/N
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I Cinque Animali - Il fallimento del controllo

Nei suoi libri, il Dr. Hamer parla di "Conflitto Biologico" riferendosi alle funzioni biologiche normali e speciali che consentono all'umano di vivere. Nel tentare di spiegare il contrasto tra funzione biologica disattesa e il percepito mentale, Hamer ha usato termini psicologici pur rimarcando che non fossero del tutto appropriati.
Stante che la vita biologica è preminente sulla vita mentale; stante che la mente senza corpo fisico non sopravvive; stante che il vissuto umano è ampiamente costellato di tantissime percezioni mentali che impongono più limiti che possibilità; stante che i programmi biologici di adattamento al contesto del vissuto scavalcano bellamente convenzioni ed etichette, avviene un meccanismo per il quale la mente copre il processo biologico avviato, per farlo rientrare nei propri rigori e nelle proprie limitazioni.
Ad esempio, ho molta fame e per caso mi trovo davanti ad un piatto di lasagne calde e profumate. Il programma biologico mi impone immediatamente di mangiarle, ma se passa abbastanza tempo tra questo stimolo e il metterlo in atto, interviene la mente che impone dei controlli e delle limitazioni legate ad ammaestramenti e dogmi comportamentali: «Non sono le mie!», «Forse non le digerisco», «Sono a dieta!», ecc.

Nell'animale, come nell'uomo, ci sono sostanzialmente 5 quesiti biologici da soddisfare: Quando si verificano condizioni che mettano in crisi tali soddisfacimenti, si avviano programmi di adattamento che permettano con rapidità di soddisfarli, con o senza la presenza della mente. Questa viene sempre dopo l'avvio dei programmi biologici.
Il meccanismo è molto semplice e naturale e consiste in 5 passaggi:
  1. evento
  2. percezione psichica del significato biologico
  3. avvio del programma più opportuno
  4. intervento della mente a interpretazione dell'evento
  5. avvio di un comportamento mentale
Tra il punto 5 ed il punto 2 non è detto che ci sia accordo. Se c'è, la persona vive la sua vita con le migliori esperienze e il più efficace apprendimento; se non c'è accordo nasce la malattia. Per un umano che usa troppo la mente e le dà troppo ascolto, i 5 quesiti biologici di cui sopra sarebbero foderati di quanto segue: Torno quindi a fare l'esempio mio solito:
Ogni giorno della nostra vita lo passiamo in compagnia del nostro cagnolino, la nostra bestiola, che è attaccato a noi con un guinzaglio. Per lo più non ci accorgiamo di lui, ci viene appresso senza tante storie e siamo così abituati a darlo per scontato, che spesso ci infiliamo in situazioni e condizioni che arrivano a disturbarlo. E lui non ama molto essere disturbato.
Il nostro cagnolino ha le sue necessità, poche ma le ha e non si possono trascurare.
Se ha bisogno di fare la pipì per marcare il suo territorio o per svuotare la vescica, lo possiamo trascurare per un po', ma lui comincerà a tirare. Potremo strattonarlo, ma il suo tirare diventerà sempre più forte e violento. Potremo imprecare, sgridarlo, anche picchiarlo, ma lui avrà necessità di fare la pipì e la sua trazione diventerà sempre più invalidante e arriverà ad aggredirci.
Cosa succede se due forze, uguali e contrarie, vengono applicate ad un oggetto?
Che l'oggetto non si muove, si ferma.
Ma sappiamo che nessun corpo è libero di rimanere immobile e la vita è movimento, da sempre e per sempre.
L'immobilità è non biologica e tutto ciò che è non biologico determina l'avvio di programmi SBS che tendono e riportare tutto in ambito biologico.
L'animale vuole adempiere ad una richiesta biologica, ma la mente vuole fare altro. Se ci fosse un accordo, la mente consentirebbe all'animale di soddisfare la richiesta biologica, per poi vivere in armonia le velleità della mente. Se l'accordo non c'è, interviene la malattia.
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Ascoltare il corpo... - ...nel rumore della mente

I tempi del corpo e della mente

Il corpo ha una sua tempistica sia nella normalità, che nella conflittualità. Come perfettamente descritto nella Prima Legge Biologica, nel momento in cui il corpo percepisce lo shock biologico, si avvia immediatamente un programma che coinvolge simultaneamente i tre livelli (Psiche, Cervello e Organo), quindi diciamo che entro il primo secondo dopo l'evento si avvia il programma biologico.
Solo dopo questo tempo interviene la mente.
Si evince che è molto importante cogliere quel brevissimo attimo per comprendere cosa ci chiede il corpo e aiutarlo ad ottenerlo. Se non lo facciamo entra in campo la mente che spesso mette tutto a tacere, coprendo il tutto con un comportamento compensatorio che ci illude di vivere comunque una vita accettabile. Se il conflitto biologico sottostante è intenso, la malattia sarà intensa.

Ascoltare il corpo

Un modo per ascoltare il corpo, scansando il rumore della mente, è la meditazione consapevole. Per impararla occorre tempo e diversi tentativi, ma non richiede un maestro. Acquisendo esperienza si possono applicare le meditazioni consapevoli anche nelle normali attività quotidiane.

Tratto da Wikimedia - Adattamento di Giorgio Beltrammi
  1. Scegliere un Luogo Adeguato - Deve trattarsi di un posto tranquillo, privo di distrazioni, dove nessuno possa interrompere la pratica. Ideale un angolo di prato sotto un grande albero. Valutare di essere certi di potersi rilassare. Se si decide per una stanza, potrebbe essere utile avere una lampada di sale accesa.
  2. Mettersi comodi - Dato che si rimane immobili per diversi minuti, è importante trovare una posizione in cui ci si senta perfettamente a proprio agio. Occorre una temperatura circostante adeguata; eventualmente vestirsi un pochino più pesanti o dotarsi di una coperta; l'immobilità potrebbe generare un senso di freddo. Se si sta seduti, non è male avere un cuscino.
    Meglio indossare abiti comodi che non infastidiscano, distraendo dalla pratica meditativa.
  3. Trovare il tempo di meditare - Inizialmente bastano anche solo 5-10 minuti, ma in seguito si potrà aumentare la durata delle sessioni. Non è utile tentare di imporsi meditazioni lunghe già dai primi tentativi, il rischio è di rinunciare. L'ideale è incrementare la durata delle sessioni e se risulta utile, vale la pena di puntare una sveglia con un allarme soave che ponga fine alla meditazione in modo dolce.
  4. Sperimentare diverse posizioni - Si crede che per meditare sia necessario sedersi nella posizione del loto (a gambe incrociate), ma in verità non esiste un'unica postura corretta. Si può stare in piedi, camminare, sdraiarsi oppure sedersi sul pavimento o sulla sedia. Occorre ricordare che non esiste un modo "sbagliato" di meditare. Fare attenzione a non addormentarsi.
  5. Calmare la mente - Proprio parlando dell'eccessivo rumore della mente, è necessario un po' di tempo per spostare l'attenzione dalle preoccupazioni del giorno al momento presente. Se si è avuta una giornata pesante, l'effetto più comune è quello di rimanere ancorati agli accadimenti (passato) con le relative proieioni al domani (futuro). Lascia la mente libera di vagare per qualche istante mentre si cerca di calmarsi.
    Si prova inizialmente un po' di resistenza nei confronti della meditazione. Dedicare qualche istante a identificare queste sensazioni, poi spostare l'attenzione alla posizione del corpo mettendosi il più possibile a proprio agio.
  6. Fare dei respiri profondi dirigendo l'attenzione sulla respirazione, notando come l'aria entra ed esce dal proprio corpo. Inspirare dal naso, accorgendosi di come l'aria riempia gradualmente i polmoni, quindi lasciarla fuoriuscire lentamente attraverso la bocca. Cercare di respirare ogni volta un po' più a lungo e più profondamente. Fare dei respiri profondi aiuta ad abbandonare le tensioni e a rilassare sia il corpo sia la mente.
    Questa pratica è parte integrante della meditazione consapevole. Si può scegliere di mantenere la concentrazione sulla respirazione per l'intera durata della sessione.
  7. I pensieri non definiscono la persona - Durante la meditazione, occorre ricordare a se stessi il potere di decidere su quali pensieri ed emozioni soffermarsi. Quando si avvertono sensazioni o considerazioni a cui non si vuole dedicare attenzione, scegliere semplicemente di non approfondirle e lasciarle andare. Col tempo si impara a lasciare andare i pensieri negativi oppure modificarli. Non è necessario rimproverarsi per i pensieri che nascono nella mente. Sono esperienze naturali da lasciare andare senza giudizio.
  8. Riportare l'attenzione sul respiro - Ogni volta che ci si accorge di essersi lasciati distrarre da rumori, pensieri o altro, ricominciare subito a osservare il modo in cui l'aria entra ed esce dal corpo. Si tornerà a focalizzarsi subito sul respiro.
    Abbandonare ogni tipo di giudizio mentre ci si osserva respirare. Esprimere un qualunque giudizio su se stessi interferirebbe con l'esperienza. Ricordarsi che nella meditazione non esistono punteggi o vincitori.
  9. Concentrarsi sul momento presente. La meditazione consapevole aiuta a focalizzare l'attenzione sul qui ed ora. Mente ed emozioni rimangono spesso intrappolati nei ricordi e nelle paure, ma il corpo si trova esclusivamente nel momento presente. La meditazione consapevole esorta a convogliare tutta l'attenzione sull'attimo in corso. Se la mente tende a divagare, tornare a concentrarsi sul corpo e sul respiro. Cercare di trascurare tutto ciò che non riguarda il momento presente.
  10. Mangiare in modo consapevole - Mangiare con consapevolezza significa imparare a gustare lentamente e intensamente ogni cibo, dedicando molta attenzione a ogni pasto. Si può riuscire a perdere peso. Iniziare con un alimento semplice, come una mela matura.
    • Osservarla attentamente. Notarne la forma, la consistenza e le sfumature di colore.
    • Notare le sensazioni che si provano toccandola con mani o labbra.
    • Annusarla per percepirne la fragranza. Notare le reazioni che si scatenano nel corpo.
    • Morsicarla, soffermandosi a notarne il gusto, la consistenza e il piacere che si prova nel masticarla.
  11. Mentre si cammina - Fare una passeggiata prestando attenzione a come ci si sente mentre ci si muove. Accorgersi di come i muscoli si piegano e si distendono a ogni passo. Mantenere una andatura pacata per avere la possibilità di concentrarsi sui movimenti e sulle sensazioni che si provano quando i piedi si sollevano o toccano terra.
    Per quanto possibile, camminare a piedi nudi per aumentare l'intensità dell'esperienza e il numero delle percezioni.
  12. Focalizzarsi sulle sensazioni - Scegliere la parte del corpo su cui si desidera focalizzarsi, anche per un organo interno. Analizzare le sensazioni per capire se sono gradevoli, sgradevoli o neutrali. Si potrebbe notare di avere un dolore in un punto o una percezione piacevole in un altro. Osservare in che modo la mente e il corpo interagiscono con tali sensazioni.
    Concentrarsi su ogni singola parte del corpo, dai piedi alla testa, per esaminarne le sensazioni. Si potrebbe riuscire a lasciarle andare, l'una dopo l'altra, per ripristinare il corretto flusso di energia all'interno dell'organismo.
    Aprire gli occhi per osservare l'ambiente, prestare attenzione ai movimenti, ai colori e agli oggetti. Annusare l'aria alla ricerca di odori e profumi. Ascoltare i suoni del mondo, per esempio il canto degli uccellini, il rumore che proviene dalla strada o il ronzio prodotto dall'elettricità.
  13. Nella quotidianità - Qualunque azione può trasformarsi in un momento di meditazione se viene svolta consapevolmente.
    Ricorda che l'elemento chiave della meditazione consapevole è rimanere nel presente. Riportare l'attenzione sul respiro e osservare le sensazioni e i pensieri senza soffermarsi ad esaminarli o a giudicarli.

Consigli

Qi Gong

Il miglior sistema di mantenimento della salute e prevenzione delle malattie. Quello che distingue il Qi Gong è il fatto che deve essere praticato osservando ritmi e frequenze respiratorie ben precisi. In più vi deve essere un consensuale sincronismo mentale.
In sintesi il Qi Gong agisce sull'intero organismo attraverso un intenso lavoro sul quantitativo, sulla distribuzione e sul circolo dell'energia.
In effetti Qi Gong significa "lavoro dell'energia" e questo significa che quando questa lavora opportunamente, vi è la salute od il suo ripristino.
La pratica del Qi Gong è semplice quando si sia raggiunta una certa esperienza, ma lo è un po' meno agli inizi della pratica. Infatti il Qi Gong prevede che si raggiungano posizioni corporee precise, che si sgombri simultaneamente la mente e che si abbia pieno e simultaneo controllo della respirazione.

Le Posizioni

In genere le posizioni che il praticante del Qi Gong deve raggiungere sono:

La prima posizione comporta che la persona si sieda sullo sgabello e che il tronco sia perpendicolare alle cosce. Queste devono essere divaricate in modo che le ginocchia siano corrispondenti alle due spalle. Le mani sono posizionate sulle ginocchia, gli occhi e la bocca socchiusi, mente sgombra e respiro calmo e ritmato.
Nel caso sia stata scelta la posizione seduta a gambe incrociate, si potrà decidere se incrociare le gambe semplicemente o se sormontare l'una all'altra. In ogni caso raggiunta la posizione prescelta, le mani vanno appoggiate sopra il basso ventre con occhi e bocca socchiusi.

La posizione supina prevede che il corpo sia disteso sul letto con il busto leggermente sollevato con le braccia distese lungo i fianchi.

La posizione laterale prevede che il praticante sia disteso sul fianco destro, con la gamba sinistra flessa su quella destra, che la mano destra sia posizionata sotto l'orecchio destro e che il braccio sinistro sia collocato lungo il fianco.

La posizione eretta prevede che la persona sia in posizione eretta con i piedi posti sulla verticale passante per le spalle, leggermente rivolti verso la linea mediana. Le ginocchia sono leggermente flesse e le braccia sollevate in modo che le mani siano a livello delle spalle ad una distanza, tra loro, di circa 30 cm. Occhi e bocca socchiusi.

La marcia è un movimento di una certa complessità che prevede che prima di iniziare il movimento, è necessario attendere un paio di minuti dopo di che si porta in avanti la gamba sinistra, appoggiando il tallone a terra, si flette il busto sul lato destro, si inspira con il naso e si espira con la bocca, terminando il primo passo. Il secondo passo prevede le manovre opposte e si procede in questo modo per una ventina di minuti circa.

La quiete mentale

il presupposto inalienabile che determina la riuscita degli esercizi di Qi Gong, è la purezza mentale, l'assenza di tribolazioni affettive e mentali. Questo corrisponde alla quiete, alla assenza di pensieri e alla concentrazione del proprio potere mentale su una area corporea corrispondente al basso ventre e che in cinese si chiama Dan Tian. Questa area si trova a circa 4 cm. sotto l'ombelico e la capacità di percepirne l'esistenza e la collocazione, richiede inizialmente, un certo sforzo.
Quando si raggiunge la quiete mentale, si raggiunge una certa condizione di sonnolenza e torpore, miscela di sensazioni che può essere conseguita pensando intensamente all'area del Dan Tian o dell'ombellico, o concentrandosi sul ritmo respiratorio addominale, senza controllarlo, o contando gli atti respiratori fino a che non sia più possibile farlo, o ascoltando il rumore determinato dai respiri fino a che non sia più possibile farlo.

Il respiro

Secondo la tradizione medica cinese il respiro addominale è altrettanto vitale di quello toracico e nella pratica del Qi Gong è assai importante che la respirazione addominale venga raggiunta naturalmente. Questo tipo di respirazione è calma, ritmata e profonda e permette una maggiore ossigenazione, un migliore scambio gassoso ed un massaggio gentile degli organi endoaddominali.
L'insieme di questi avvenimenti, favorisce il ripristino della salute ed il suo mantenimento.
Il respiro dovrebbe essere naturale senza, cioè, esser controllato e dovrebbe essere accordato, ovvero che il rigonfiamento dell'addome dovrebbe corrispondere all'inspirazione e che il suo appiattimento dovrebbe coincidere con l'espirazione.

Potenzialità del Qi gong

Il Qi Gong, qualora correttamente e lungamente applicato, determina una sincronizzazione dei potenziali elettrici cerebrali soprattutto al riguardo dei lobi frontali, di quelli parietali e del bulbo midollare. Questa sincronizzazione determina diversi riflessi benefici sulla attività cardiaca e su tutta la fisiologia organica riducendo di molto le attività organiche e la produzione di sostanze di rifiuto. La pacificazione delle facoltà superiori e di ideazione, favoriscono l'allontanamento dei fattori stressanti.
L'attività respiratoria controllata determina un maggiore utilizzo dell'ossigeno ed un maggiore scambio gassoso con la eliminazione dei prodotti di scarto come la CO2. A lungo termine il fabbisogno respiratorio e la frequenza respiratoria diminuiscono e l'utilizzazione gassosa migliora favorendo anche la eliminazione e la scarsa produzione di agenti ossidanti.
Va poi aggiunto che la respirazione addominale, con l'azionamento del diaframma, causa un massaggio viscerale che favorisce il circolo ematico a livello splancnico, una maggiore peristalsi ed una migliore eliminazione delle scorie intestinali. Non è poi da tralasciare che l'assorbimento intestinale dei nutrienti, viene incentivata.

Esercizi dei Monaci buddisti

*
Il corpo è eretto e le braccia sono ripiegate sul petto. Controllo della respirazione e Cuore calmo.
*
Alzarsi sulla punta dei piedi ed allargare le braccia. Cuore in pace, respiro calmo, sguardo fisso.
*
Portare le braccia sopra la testa come a sostenere il cielo. Mani piegate verso la linea mediana.
*
Braccio destro teso in alto e palmo delle mani rivolto in basso. Respirare con il naso tranquillamente. Si ripete a destra e a sinistra.
*
Gambe divaricate e busto ruotato a destra. Piede destro sollevato da terra, braccio destro proteso in avanti e mano a pugno ruotata verso il viso. Braccio sinistro rivolto indietro e mano estesa rivolta indietro. Prova di forza da ripetere a destra e sinistra. Riattiva la circolazione.
*
Braccia tese in avanti. Con forza devono essere riportate al petto.
*
Il braccio destro è posto dietro la nuca e la mano tocca la guancia sinistra, mentre il braccio sinistro è posto dietro sui lombi. Si esegue lentamente controllando respiro e cuore. Dolcemente si ripete la manovra a destra.
*
Si piegano le gambe lentamente fino a toccare terra con le ginocchia tenendo le dita delle mani ben divaricate.
*
Si porta il braccio destro a distendersi davanti al viso verso sinistra estendendo bene tutto l'arto. Si ripete a sinistra. E' detta "Posizione del Drago che si guarda le Zampe".
*
Posizione a quattro zampe con il busto proteso in avanti e capo ben esteso che guarda di fronte a se. E' detta "Tigre in cerca di cibo".
*
Mani dietro la nuca. Il busto si piega in avanti il più possibile.
*
Busto piegato in avanti, mani che toccano terra e capo iperesteso che guarda di fronte a se.
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