
Diarrea
La diarrea o le feci molli sono l'aumento della frequenza, della fluidità e del volume di defecazioni rispetto al consueto. La maggior parte delle persone hanno attacchi occasionali di diarrea acuta, solitamente ascrivibili all'ingestione di cibi guasti, di troppa acqua o di alcool. Alcuni attacchi normalmente scompaiono nell'arco di un giorno o due, con o senza trattamento. La diarrea cronica, d'altra parte, può essere il risultato di importanti problemi intestinali o di altre patologie generali.
- Foglietto embrionale: Endoderma. Nella fase PCL si ha l'eliminazione del contenuto colico in forma urgente
- Senso biologico: Eliminare, con urgenza, il boccone indigeribile e sporco
- Conflitto: Conflitto del boccone indigeribile e sporco
Tratto da: DICCIONARIO DE BIODESCODIFICACIÓN
Conflitto: Conflitto di piccola carognata che viene incassata (e che deve essere eliminata). Conflitto di paura viscerale. Conflitto di carenza, carenza di amorevolezza.
Risentito: «Ho subito una carognata che non posso/voglio assimilare».
Conflitto della tiroide + digestivo: feci molli.
Diarree, colopatie funzionali: «Non posso digerire altro in un clima di impotenza». Nei bimbi: «L'alimento è tossico».
Quando c'è diarrea liquida, questa serve per eliminare rapidamente ciò che non si è potuto assimilare perché tossico, o perché non si può (va anche associato a qualche porcata che si è subita e non può essere assimilata). La diarrea che precede gli esami indica «Non ho assimilato tutte le conoscenze che mi servono».
La diarrea è sempre fase di guarigione.
- Jacques Martel: Frequentemente in relazione con il fatto di voler rifiutare le soluzioni o le situazioni che si verificano nel proseguire della vita.
- Louise L. Hay: Timore. Rifiuto. Fuga.
- Lise Bourbeau: Sul piano fisico, la diarrea rappresenta il rifiuto dell'alimento prima che l'organismo abbia potuto assimilare ciò che gli necessitava, pertanto, la persona colpita fa lo stesso, ma sul piano emozionale e mentale. Questo problema si manifesta nella persona che rifiuta troppo rapidamente ciò che può essere buono per lei. Ha l'impressione che quello che gli succede sia difficile da assimilare. Non vede la sua utilità. In questo modo si impedisce di sfruttare pienamente la propria vita, il che gli genera ingratitudine. Sente più rifiuto e colpevolezza che gratitudine. Il rifiuto che sente questa persona è più legato al mondo dell'avere e fare che a quello dell'essere. Ha paura di non avere altro o di non fare abbastanza, di farlo male o di fare troppo. La sua sensibilità emotiva è disturbata. Per questo tende a rifiutare rapidamente una situazione che la pone a confronto con le sue paure, invece di sperimentarle.