Attivazioni Biologiche

Marcatori tumorali nella Nuova Medicina

Secondo la pagina web dell'American Cancer Society, i marcatori tumorali sono "sostanze che si trovano nel corpo quando c'è la presenza di un cancro. Si trovano più comunemente nel sangue e nell'urina, sebbene possano trovarsi nei tumori ed in altri tessuti. Possono essere prodotti dalle stesse cellule cancerose o essere prodotti dal corpo in risposta al cancro, tra le altre affezioni. La maggioranza dei marcatori tumorali consistono di proteine.
Esistono molti differenti marcatori tumorali. Alcuni sono visibili solo in un tipo di tumore, mentre gli altri possono trovarsi in molti tipi di malattia."

È importante sapere che, secondo la medicina convenzionale, i marcatori tumorali in generale non sono per se stessi sufficienti per la diagnosi di cancro: "Per molte ragioni, i marcatori tumorali non sono sufficienti per determinare la presenza di cancro. La maggioranza di essi possono essere prodotti sia dalle cellule normali che da quelle cancerose. Talvolta, malattia non tumorali possono determinare un innalzamento del livello di certi marcatori. Può anche capitare che persone colpite dal cancro, non mostrino innalzamento dei marcatori.
Per queste ragioni, sono impiegati solo una parte dei marcatori tumorali da parte dei medici. Quando un medico osserva un innalzamento di alcuni marcatori, lo considererà in accordo con le condizioni cliniche e con la storia clinica della persona, tenendo conto di altre analisi di laboratorio e studi basate su immagini."


Giorgio Beltrammi
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La Nueva Medicina non nega mai i fatti, li interpreta, interpretazione che nella medicina convenzionale è basata su ipotesi, non su leggi naturali. Di conseguenza, la Nueva Medicina non nega il fatto indiscutibile che in certi tipi di cancro, i marcatori siano alterati.
Però questi fatti si spiegano in accordo con e nel contesto delle 5 Leggi Biologiche.

In linea di principio, si possono trovare marcatori tumorali in ogni crescita tumorale, il che implica:
  1. marcatori tumorali corrispondenti a tumori che crescono nella Fase Attiva degli organi di tipo endodermico e mesodermico cerebellare. Di conseguenza i livelli di questi marcatori tumorali indicheranno che il conflitto è in fase attiva.
  2. marcatori tumorali corrispondenti a tumori che crescono nella Fase di riparazione degli organi di tipo mesodermico recente ed ectodermico. Di conseguenza la presenza di certi livelli alterati di questi marcatori, indicherà che la fase di riparazione è in atto. Questo fatto è motivo di ottimismo e speranza per la persona.

Siccome la medicina convenzionale non riconosce le Leggi Biologiche, non distingue tra tumori che crescono nella Fase Attiva del conflitto, dai tumori che crescono nella fase di riparazione e questo fatto in se, rende comunque funesta una qualsiasi diagnosi di tumore, solo basandosi sui livelli dei marcatori.
Ne deriva che i fatti, che sono uguali nella medicina convenzionale e nella Nuova Medicina, sono interpretati in modo differente in entrambe. Mentre per la medicina convenzionale un marcatore tumorale molto elevato, corrispondente ad un tumore ectodermico , è un segno di allarme e progressione della malattia (con la sua prognosi fatale e il conseguente panico per la persona), per il medico della Nuova Medicina sarà un segno secondo il quale è in atto il processo di riparazione.
Ciò significa che i marcatori tumorali possono avere anche un valore diagnostico, in quanto i loro livelli (nel caso dei marcatori tumorali "specifici") rifletteranno con maggiore o minore precisione ciò che sta avvenendo nell'organo, cosicché il terapeuta della Nuova Medicina risalirà a ciò che sta accadendo nella psiche e nel cervello della persona. Questo presuppone che il terapeuta della Nuova Medicina debba conoscere bene i marcatori tumorali, poiché potrebbero essere di aiuto diagnostico, in mancanza di altri dati (ad esempio di una TC cerebrale o di una anamnesi clinica dettagliata). Non significa che i marcatori sostituiscono altri reperti diagnostici; al contrario, più fatti si conoscono della persona, migliore e più precisa sarà la valutazione del caso.

Dal punto di vista della persona, l'importanza di tutto questo è che i marcatori tumorali perdono il loro carattere fatalista di essere necessariamente indizi per cui la malattia cancerosa sta progredendo e avanzando. Se la persona interpreta l'alterazione dei marcatori in base alle Leggi Biologiche, capirà che in alcuni casi questa alterazione mostra precisamente che la malattia è già in fase di riparazione e guarigione.
Idealmente, la persona dovrebbe essere seguito professionalmente da un terapeuta della Nuova Medicina che possa spiegargli tutto questo in dettaglio, rispondere alle sue domande, chiarire i suoi dubbi e aiutarlo nel processo di guarigione. Aiuto che in alcuni casi può richiedere l'intervento con medicamenti, compreso l'intervento chirurgico o altro procedimento che coadiuvi la fase di riparazione senza interromperla.
Infine, tutto quanto esposto finora spiega perchè i marcatori possono essere trovati anche in processi non cancerosi. Dopo tutto, tutte le malattie sono, in base alla Terza Legge Biologica, processi nei quali c'è proliferazione cellulare o necrosi o ulcere, a seconda del foglietto embrionale e alla fase del programma speciale in questione, con l'eccezione delle malattie "equivalenti" al cancro, nelle quali c'è solo perdita funzionale e recupero della funzione nella Fase di Riparazione. Ed è durante la fase del conflitto dove c'è proliferazione cellulare, che si troveranno i rispettivi marcatori tumorali alterati.

Possiamo vedere come la Nuova Medicina interpreta molti fatti in un modo distinto, a volte radicalmente distinto, da quanto avviene nella medicina convenzionale. Questa interpretazione è sempre basata sulle Leggi Biologiche e sempre focalizzata ad aiutare la persona a liberarsi della paura ed a superare il suo processo di malattia.

I Marcatori tumorali, uno ad uno

Alfafetoproteina (AFP)
È presente nei tessuti fetali e dopo la nascita diminuisce fino a raggiungere nell'adulto valori molto bassi. È il marcatore del tumore al fegato (epatocarcinoma), ma può innalzarsi anche in presenza di rigenerazione epatica, come nella cirrosi e nella epatite virale. In questi casi, però, l'innalzamento è temporaneo. Viene anche usata come marcatore di alcuni tumori del testicolo e dell'ovaio in fase diagnostica, durante monitoraggio della ripresa di malattia e durante il monitoraggio della terapia.
Antigene carboidrato 15-3 (CA 15-3)
È associato al tumore mammario, ma solo negli stadi avanzati. Dosaggi ripetuti nel tempo sono utili per il riconoscimento precoce di ripresa di malattia e di risposta al trattamento.
Valori falsamente positivi possono essere causati da patologie reumatiche.
Antigene carboidrato 19-9 (CA 19-9)
Rappresenta il marcatore più utile per il tumore pancreatico, ma può essere usato anche per tumori del colon-retto in associazione con il CEA, delle vie biliari e dello stomaco.
Il dosaggio del CA 19-9 è raccomandato in fase di valutazione della estensione del tumore e di monitoraggio post-operatorio. Valori molto elevati si possono osservare in presenza di valori alti di bilirubina.
Antigene carboidrato 125 (CA 125)
È il marcatore del tumore ovarico.
Valori falsamente positivi si possono trovare in presenza di versamento pleurico o versamento ascitico di natura benigna e anche in caso di cisti ovarica. Il CA125 è utile nel monitoraggio delle pazienti con tumore ovario operato: un incremento persistente di CA 125 è invariabilmente associato a una ripresa di malattia.
Durante la chemioterapia, il dosaggio del CA 125 può fornire informazioni sulla risposta al trattamento: valori elevati sono generalmente associati a una non risposta al trattamento.
Antigene carcinoembrionario (CEA)
È considerato il marcatore clinicamente più utile nelle neoplasie maligne del colon-retto, anche se nel 50% di questi tumori il CEA ha valori normali (inferiori a 5 ng/ml).
Il CEA può innalzarsi anche in presenza di altre patologie neoplastiche, (come la mammella, il polmone, lo stomaco, il pancreas), di patologie infiammatorie a carico di diversi organi (colon-retto, fegato, polmone, rene), o in assenza di patologie specifiche, come nei fumatori.
È utile soprattutto per la identificazione precoce di recidive o metastasi durante il controllo del tumore colonrettale post-intervento chirurgico e per monitorare la risposta ai trattamenti. Il CEA test può anche essere usato nel controllo del tumore polmonare e della mammella.
Antigene prostatico specifico (PSA)
È un marcatore specifico della prostata ma non del tumore prostatico in quanto può elevarsi anche in caso di ipertrofia prostatica benigna.
Il dosaggio del PSA è utile per la diagnosi di tumore prostatico, in associazione con l'esplorazione rettale e l'ecografia.
Generalmente i soggetti normali hanno livelli di PSA inferiori a 4 ng/ml, ma questi valori possono alzarsi con l'età. Valori compresi tra 4 e 10 ng/ml (detta zona grigia) sono generalmente dosati nei soggetti con patologia prostatica benigna, ma possono essere presenti anche in una elevata percentuale di tumori prostatici. In caso di dubbio diagnostico viene effettuata la biopsia prostatica.
Valori di PSA superiori a 10 ng/ml sono fortemente suggestivi di presenza di tumore prostatico, ma possono essere presenti anche nelle patologie prostatiche benigne. Con questi valori la biopsia prostatica viene sempre eseguita.
Il dosaggio del PSA è molto utile per il rilievo di ripresa di malattia e per controllare l'andamento della terapia.
Calcitonina (CT)
È il marcatore del carcinoma midollare della tiroide ed è l'unico esempio di marcatore con sensibilità e specificità tale da essere utilizzato sia nello screening di rischio di tumore che nella diagnosi di tumore. Infatti la calcitonina viene usata nello screening dei familiari dei pazienti con carcinoma midollare della tiroide a rischio di ammalare di questo tumore che viene trasmesso geneticamente.
Inoltre, valori di calcitonina superiori al valore soglia assumono significato diagnostico in quanto riferibili solo alla patologia neoplastica. Nei pazienti operati, il dosaggio della calcitonina viene richiesto per controllare la ripresa di malattia.
Cromogranina A
È un marcatore utilizzato in alcuni casi di tumore neuroendocrino, come il feocromocitoma, il neuroblastoma, il carcinoide intestinale e il tumore polmonare a piccole cellule (SCLC), sia come ausilio diagnostico che per monitorare la terapia. Sembra inoltre che la presenza della cromogranina A possa dare informazioni utili sulla aggressività di alcuni tumori non neuroendocrini, come il tumore prostatico, e, di conseguenza, sul piano terapeutico.
Enolasi neurono-specifica (NSE)
È usato come marcatore del tumore polmonare a piccole cellule, una delle forme di tumore del polmone, e dei tumori neuroendocrini. Può essere richiesto come ausilio diagnostico, ma è particolarmente utile per valutare la risposta alla terapia.
  • Tumori neuroendocrini
  • SCLC
Citocheratina 19 (Cyfra 21-1)
È usato come marcatore di diversi tipi di tumore polmonare e il suo valore nel sangue è proporzionale alla massa del tumore e alla sua aggressività. Valori oltre la norma possono essere dovuti a cause non neoplastiche, come alcune patologie benigne polmonari associate a infezione acuta. È utile nel predire la risposta alla terapia.
Gonadotropina corionica umana (HCG)
Viene usata come marcatore di alcuni tumori del testicolo e dell'ovaio in associazione con l'AFP e con la stessa utilità clinica. Inoltre, l'HCG è fondamentale per la diagnosi e il monitoraggio del corioncarcinoma.
  • Gravidanza
  • Coriocarcinoma
S-100
È il marcatore usato per monitorare il paziente operato di melanoma. Un innalzamento dell'S100 durante il controllo del paziente dopo asportazione del melanoma è fortemente suggestivo di ripresa di malattia. L'S100 viene utilizzato anche per monitorare la risposta alla terapia.
Tireoglobulina
È usato come marcatore di metastasi nel controllo del paziente con tumore tiroideo, dopo asportazione chirurgica. Valori elevati possono essere dovuti anche a ipertiroidismo o a tiroiditi tossiche.

Nessuno dei marcatori tumorali che oggi si conoscono è una prerogativa specifica del tumore in quanto sono tutte sostanze presenti anche in altre condizioni, non esclusa la normalità.
La discriminazione tra il soggetto considerato neoplastico e quello non neoplastico avviene su base quantitativa tramite la definizione di un valore soglia.
La definizione della soglia di normalità del marcatore tumorale non esclude la possibilità di commettere errori di classificazione.
Valori di marcatore tumorale negativi non escludono la presenza di un tumore, ma possono essere dovuti per esempio a un tumore molto piccolo o a un tumore molto grosso, ma poco vascolarizzato, o alla prevalenza nel tumore di cellule che non rilasciano il marcatore. Questi valori sono definiti falsi negativi.

Al contrario, valori di marcatore tumorale positivi possono essere dovuti a cause non neoplastiche diverse, tra le quali:
  1. la presenza di patologie benigne acute o croniche di tipo reattivo-infiammatorio a carico dell'organo sospettato di tumore,
  2. abitudini di vita, come il fumo o l'alcool,
  3. sport estremi,
  4. manovre diagnostiche,
  5. interventi chirurgici.
Questi valori sono definiti falsi positivi.
Valori falsamente positivi o falsamente negativi possono essere dovuti anche ai metodi di dosaggio (interferenze, imprecisione, reagenti impiegati, ecc.) o a problemi legati al campione di sangue sul quale viene effettuato il dosaggio del marcatore tumorale.

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Al momento nessun marcatore tumorale ha caratteristiche di sensibilità e specificità tali da essere usato nella diagnosi precoce e/o screening di massa di una neoplasia. Invece, in associazione ad altre indagini strumentali, i marcatori tumorali possono aiutare il clinico nella diagnosi differenziale tra patologia benigna e maligna. La fase nella quale i marcatori tumorali trovano migliore applicazione è l'identificazione precoce di recidive o metastasi nel paziente neoplastico libero da malattia.
Infatti, il problema del valore soglia è superato in questo caso dal fatto che si definisce un valore soglia fisiologico per ogni paziente, costruito sull'andamento del marcatore durante il controllo. Un innalzamento del marcatore è fortemente significativo di ripresa di malattia, purché il valore del marcatore sia confermato da altri due o tre dosaggi successivi e sia stata esclusa qualsiasi patologia benigna concomitante. Purtroppo non è vero il contrario, cioè non sempre un valore negativo di marcatore esclude la presenza di malattia. Il marcatore tumorale può essere richiesto dal clinico anche durante il monitoraggio della terapia in quanto le variazioni della concentrazione del marcatore riflettono per lo più il successo o l'insuccesso di una terapia. Anche in questo caso, però, valori negativi di marcatore non sono sempre significativi di risposta alla terapia.

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