Attivazioni Biologiche

Tiroide

Anatomia e Fisiologia

Embriologia

La Tiroide è una ghiandola che fa parte del Sistema Endocrino, che produce, immagazzina e rilascia gli ormoni tiroidei. In tutti i vertebrati è presente una tiroide in grado di produrre e secernere ormoni tiroidei. Negli uccelli e nei mammiferi gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo e sono necessari per lo sviluppo del corpo e del cervello.
È un organo epiteliale, la cui denominazione è dovuta ai suoi rapporti topografici con la cartilagine tiroide della laringe, che ha la forma di scudo (tyro=scudo; eido=immagine).
La tiroide appare nella terza-quarta settimana di vita embrionaria come un diverticolo endodermico nel pavimento dell'intestino faringeo.
Alla settima settimana raggiunge la sua posizione finale di fronte alla trachea, acquistando l'istmo e i due lobi laterali.


Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
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La tiroide (del peso di circa 20 grammi) è costituita da due lobi ghiandolari (destro e sinistro) connessi da un sottile istmo posto tra il 2° ed il 4° anello tracheale. Alloggiata nel collo, è contigua posteriormente alla trachea. Anteriormente è in buona parte ricoperta dai muscoli sternoioideo e sternotiroideo. L'elevata vascolarizzazione della tiroide è garantita dalle arterie tiroidee superiori ed inferiori, rami della carotide esterna e della succlavia. Il sistema venoso è costituito dalle vene tiroidee superiori ed inferiori ed è tributario delle vene giugulari interne e succlavia. L'innervazione deriva principalmente dal sistema nervoso autonomo, avendo come funzione principale la regolazione del flusso sanguigno. Il controllo della secrezione da parte del sistema nervoso autonomo e delle catecolamine è sempre stato proposto, ma mai dimostrato. I linfatici della ghiandola confluiscono con gli altri linfatici del collo e del mediastino. Pur essendo secreto nel sistema venoso, una quota del rilascio degli ormoni tiroidei e della maggior parte delle iodoproteine avviene nei linfatici.

L'unità funzionale della tiroide è il follicolo (50-500 mm di diametro). Ognuno di essi è costituito da un singolo strato di cellule epiteliali, i tireociti (o cellule follicolari) che delimitano una cavità centrale (lume follicolare) che contiene la colloide, sostanza gelatinosa costituita essenzialmente da tireoglobulina. I tireociti sintetizzano gli ormoni iodati. Adiacenti ai tireociti, sono presenti cellule di maggiori dimensioni (le cellule parafollicolari o cellule C) che sintetizzano la calcitonina. Gli ormoni tiroidei hanno un vasto campo d'azione ed interagiscono con quasi tutti i distretti dell'organismo:

La calcitonina esplica il suo effetto ipocalcemizzante ed ipofosforemizzante inibendo sia il riassorbimento osseo per inibizione degli osteoclasti e degli osteociti, e sia il riassorbimento di calcio, fosfati e sodio a livello del tubulo renale.

La principale funzione della tiroide è di produrre i suoi ormoni, T3 e T4, che sono essenziali per la regolazione del metabolismo corporeo. Come per ogni cosa, l'effettiva produzione dipende da tre componenti chiave:
  1. adeguata quantità di materia prima
  2. efficienza della macchina
  3. adeguato controllo.
Lo iodio è la materia prima poiché forma il 65% del peso della T4. La tiroide è controllata dall'attività dell'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide. L'ipofisi anteriore produce l'ormone stimolante la tiroide (TSH). La sintesi ed il rilascio del TSH da parte dell'ipofisi sono influenzate dagli ormoni tiroidei e dal peptide ipotalamico TRH.
L'attività della tiroide è regolata da un feed-back negativo neuroendocrino, nel quale l'ormone tiroideo interagisce con specifici recettori sui pituiciti inibendo la secrezione del TSH e nell'ipotalamo del TRH. Le interazioni lungo l'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide mantengono stabile la quantità degli ormoni tiroidei circolanti.
Gli effetti del TSH sulla tiroide sono numerosi e complessi. Stimola la proliferazione cellulare ed in più aumenta la sintesi della perossidasi tiroidea, della tireoglobulina e della captazione dello iodio all'interno delle cellule follicolari e la sua incorporazione nella tiroide. Quindi, la sintesi e la liberazione in circolo degli ormoni tiroidei dipendono sia da fattori intrinseci alla ghiandola, come la disponibilità di iodio, sia da fattori ad essa estrinseci, come il feed-back negativo. Quest'ultimo si realizza mediante diversi meccanismi:
  1. L'ipotalamo mediante il TRH (Thyrotropin Releasing Hormone)
  2. L'ipofisi mediante l'hTSH (human Thyroid Stimulating Hormone)
  3. Gli stessi ormoni tiroidei, o meglio, il loro livello ematico.
Secondo le 5LB: Non è un caso che la Tiroide sia di derivazione endodermica. I tessuti derivanti da questo foglietto sono quelli che gestiscono il cosiddetto "boccone di sopravvivenza". La Tiroide nasce in risposta alla rapidità di conquista di esso, ma anche in ragione di poter espellere altrettanto rapidamente il boccone tossico. Per estensione biologica la Tiroide è necessaria non solo per afferrare presto la preda, ma anche per sfuggire rapidamente dal predatore. Risponde al dilemma biologico "mangiare o essere mangiati".
Occorre prendere in considerazione la ghiandola tiroidea o follicolare (di origine endodermica), e la parte riguardante gli ex-dotti tiroidei il cui rivestimento interno è costituito da epitelio pavimentoso di origine ectodermica.
Il comportamento di questi tessuti è differente, come noto, sia nella fase di conflitto attivo, che nella fase di riparazione.

I programmi SBS della Tiroide

Per la Medicina Ufficiale (MU) le malattie della tiroide comprendono patologie benigne, patologie infiammatorie e patologie neoplastiche. Per una visione globale, che comprenda la visione delle 5 Leggi Biologiche, vengono inserite delle note di colore rosso e in corsivo.

L'ipertiroidismo

Con ipertiroidismo si intende la condizione in cui ci sono troppi ormoni tiroidei in circolo. Ciò è dovuto ad un'iperattività generalizzata di tutta la ghiandola, una condizione anche conosciuta come "gozzo tossico diffuso" o Morbo di Basedow. Alternativamente, uno o più noduli nella tiroide possono diventare iperattivi, una condizione conosciuta come gozzo tossico uni- o pluri-nodulare.

Il Basedow è una malattia autoimmune, cioè causata da autoanticorpi (anticorpi rivolti verso normali costituenti dell'organismo). In questo caso gli autoanticorpi sono rivolti contro i recettori del TSH, causando una continua stimolazione della tiroide a produrre ormoni.

Secondo le 5LB: Questa eccedente produzione di ormoni ed il loro riversamento nel torrente ematico risponde ad una necessità biologica dell'individuo che può trovarsi nella condizione di dover far presto a conseguire ciò che gli è necessario o di rigettare rapidamente ciò che gli può essere dannoso. Si tratta del Conflitto del Boccone in cui il sentito personale è di dover far presto. La competizione con altri individui o con una situazione ritenuta pericolosa, impone all'individuo la rapidità di azione prima che sia tutto perduto o troppo tardi per potersi mettere in salvo. Il percepito animale può essere quello di raggiungere la preda prima degli altri predatori o di dover sfuggire rapidamente da un predatore molto vicino.
I sintomi ed i segni dell'ipertiroidismo sono dovuti all'eccesso di ormoni tiroidei. I sintomi comuni includono:
Secondo le 5LB: Si tratta di sintomi che indicano una prolungata fase di conflitto attivo. La simpaticotonia determina i sintomi cardiovascolari e comportamentali nei quali il sentito animale è di grande allarme. L'esoftalmo indica la paura, per cui la persona tiene aperti gli occhi per scovare presto il pericolo che vede innanzi a se'.
L'aumento della massa tiroidea indica che la semplice iperfunzione senza aumento del tessuto non ha funzionato, per cui si è reso necessario un aumento del tessuto.
L'eccessiva sudorazione può indicare il bisogno di scivolare dalla presa del nemico, proprio come fanno alcune specie animali per scivolare facilmente lontane dal predatore.
Il risultato finale è un paziente magro, caldo, nervoso, con occhi protrudenti ed un gozzo

Il gozzo tossico nodulare può essere uni o plurinodulare. Il primo, detto anche Morbo di Plummer, è dovuto ad un adenoma (tumore benigno) della tiroide che produce ormoni tiroidei in maniera svincolata dal normale controllo ipotalamico-ipofisario, determinando spesso l'inibizione funzionale del restante parenchima tiroideo che a questo controllo continua ad essere soggetto. È fornito di una propria capsula relativamente spessa e ben definita e circondata da parenchima tiroideo normale. Alla scintigrafia si presenta come un nodulo unico, "caldo", cioè con un'elevata captazione.
Nel gozzo tossico plurinodulare invece il nodulo iperfunzionante è uno dei tanti noduli di iperplasia presenti all'interno della tiroide che, inizialmente normofunzionante, si svincola dal controllo ipotalamo-ipofisario cominciando a produrre ormoni tiroidei in quantità eccessiva. Il nodulo non è fornito di una capsula propria ma di una pseudocapsula ed alla scintigrafia appare anch'esso come un nodulo "caldo", ma insieme ad altri noduli "feddi" o normocaptanti.

Secondo le 5LB: I noduli di Plummer sono indicatori di diverse attivazioni della Tiroide per recidivanti conflitti del boccone. Il fatto che siano ancora secernenti indica che l'attivazione iniziale non ha trovato una vera soluzione. Ciò giustifica il fatto che il restante parenchima tiroideo è poco efficiente.

L'ipotiroidismo

L'ipotiroidismo è una delle malattie più importanti e spesso non diagnosticate. È stata chiamata "la malattia insospettabile" e determina un gran numero di disturbi nei bambini, negli adolescenti e negli adulti.
Causa dell'ipotiroidismo è una ridotta produzione di ormoni tiroidei oppure la loro mancata utilizzazione.
Il T4 viene prodotto all'interno della tiroide ed è poi convertito nella forma attiva T3 nei tessuti periferici. In alcune condizioni, come lo stress, la tiroide può produrre una sufficiente quantità di T4 da ottenere un valore plasmatico normale, ma la sua conversione in T3 può essere inibita causando un'insufficienza relativa di T3 attivo. In queste condizioni i pazienti possono avere sintomi di ipotiroidismo a dispetto della normalità dei dosaggi ormonali.
La produzione ed il rilascio dell'ormone tiroideo è controllato dal TSH prodotto dall'iposisi. Una patologia ipofisaria che determina una bassa secrezione di TSH può esitare in una bassa produzione di ormoni tiroidei.

Secondo le 5LB: L'ipofunzionamento o la mancata secrezione degli ormoni tiroidei ha a che fare con un risentito in cui la persona vuole slegarsi dallo scorrere del tempo, che appare troppo veloce. La persona vorrebbe distaccarsi da ciò che la coinvolge e che sembra non lasciare possibilità di autonomia. Ad esempio a una persona viene detto che alla madre rimangono tre mesi di vita. Questa persona cerca di far si' che il tempo scorra più lento e dilazionare la morte della madre.
Il coinvolgimento reiterato dei dotti tiroidei (dotto tireoglosso), foderati di epitelio pavimentoso ectodermico, può portare ad eventi cicatriziali per cui il riversarsi degli ormoni nel circolo sia in qualche modo impedito. Il risentito ripetuto è quello di sentirsi con le mani legate, il dover fare il lavoro anche degli altri. «C'è tanto da fare e nessuno fa nulla!»
I disturbi che caratterizzano l'ipotiroidismo sono:
  • scarsa energia
  • affaticamento e stanchezza specialmente al mattino
  • disturbi del sonno (richiedendo 12 o più ore di sonno al giorno)
  • difficoltà a perdere peso
  • intolleranza al calore e/o al freddo specie alle mani ed ai piedi
  • depressione
  • sbalzi di umore
  • fobie
  • lentezza dei processi mentali
  • assenza di memoria
  • cefalee od emicranie
  • gonfiore della faccia e ritenzione idrica in genere
  • acne
  • pelle grossolanamente secca
  • unghie fragili
  • aerofagia e flatulenza
  • stipsi o diarrea
  • difficoltà di deglutizione
  • indigestioni
  • frequenti infezioni colecistiche
  • alterazioni mestruali
  • problemi di fertilità
  • ridotta libido
  • rigidità articolare
  • crampi muscolari
  • brevità del respiro sotto sforzo e dolore toracico
  • infezioni nasali
  • frequenti infezioni respiratorie
  • allergie
  • asma
  • palpitazioni e/o problemi cardiaci
  • disturbi visivi
Secondo le 5LB: Lo zuppone dei sintomi elencati crea confusione nella valutazione del singolo caso e si rende necessario suddividere i sintomi ed analizzarli uno ad uno. Sommariamente i sintomi di deficit energetico indicano che la quota ormonale è molto bassa e la produzione di calore è scarsa. I segni psicologici e comportamentali indicano che il fenomeno ipotiroide pone la persona in condizioni di proteggersi da situazioni avverse.

Le tiroiditi

Le tiroiditi sono distinte in una forma acuta (suppurativa), una forma subacuta (tiroidite di De Quervain), una forma cronica (tiroidite di Riedel) ed una forma autoimmune (Tiroidite di Hashimoto).

La tiroidite subacuta di De Quervain è una forma granulomatosa di probabile origine virale, spesso susseguente ad infezioni delle prime vie aeree. Colpisce di preferenza il sesso femminile dai 30 ai 50 anni. La distruzione del tessuto tiroideo provoca il passaggio di una certa quantità di ormoni tiroidei, contenuti nei follicoli, nel torrente ematico determinando un lieve quadro iniziale di ipertiroidismo (cardiopalmo, irritabilità, facile stancabilità). Anche qui il dolore è il sintomo più frequente, irradiato verso l'alto all'orecchio, alla mandibola ed alla nuca ed esacerbato dalla deglutizione. La tiroide risulta aumentata di dimensioni in toto o parzialmente. La terapia prevede l'utilizzo di cortisonici ed in alcuni casi di beta-bloccanti.

Secondo le 5LB: Rappresenta la fase di riparazione di una attivazione ghiandolare tiroidea, localizzata o generalizzata. L'acutezza dei sintomi indica la fase A della Pcl, con forte imbibizione dei tessuti, infiammazione e dilatazione dei tessuti. Se l'edema è forte, si può pensare alla compresenza di una Sindrome

La tiroidite di Hashimoto è la forma più frequente di tiroidite, colpisce di preferenza il sesso femminile con un rapporto di 5 a 1 rispetto a quello maschile, in genere tra i 30 ed 60 anni ed ha una patogenesi autoimmune. Esistono infatti degli anticorpi contro determinati antigeni tiroidei (tireoglobulina, tireoperossidasi, recettore per il TSH) e la tiroide presenta un'intensa infiltrazione da parte di linfociti, tale da meritarle il nome di "tiroidite cronica linfocitaria". La presenza di anticorpi antitiroide è fortemente predittiva dello sviluppo di un futuro ipotiroidismo. Secondo alcuni Autori il primum movens nello sviluppo di questo tipo di tiroidite sarebbe un'infezione virale o batterica che determinerebbe la sintesi di anticorpi che attaccherebbero il tessuto tiroideo ma anche altri meccanismi sono stati chiamati in causa. Questo processo autoimmune ha caratteristiche di familiarità in quanto si ritrovano anticorpi antitiroide in più del 50% dei familiari di pazienti affetti da questa patologia.
Clinicamente i pazienti con Hashimoto possono presentare una tiroide aumentata di dimensioni oppure piccola e fibrosa con o senza sintomi di ipotiroidismo. Nella maggior parte dei casi il dolore è assente o può essere presente una sensazione di fastidio nella regione anteriore del collo. Nel siero si repertano pressoché di regola anticorpi antiperossidasi e molto spesso anche antitireoglobulina. Può essere associato ipotiroidismo con valori elevati di TSH; la VES può essere elevata e possono rilevarsi anomalie dell'elettroforesi proteica specie a carico della frazione gamma.

Secondo le 5LB: Rappresenta la fase di riparazione di una attivazione ghiandolare tiroidea recidivata diverse volte, localizzata o generalizzata. La relativa acutezza dei sintomi indica la fase B della Pcl, con modica imbibizione dei tessuti, residui cicatriziali e talora con una forte componente fibrosa.

Le neoplasie

I tumori della tiroide sono distinti in forme differenziate ed indifferenziate a seconda che il tessuto neoplastico conservi più o meno le caratteristiche morfo-funzionali del tessuto tiroideo normale.
Le più frequenti sono le forme differenziate: il carcinoma papillifero ed il carcinoma follicolare. Le loro metastasi hanno la capacità di captare lo iodio come il tessuto tiroideo normale e questo riveste una notevole importanza sia dal punto di vista diagnostico (scintigrafia total-body) che terapeutico (terapia radiometabolica).

Il carcinoma papillifero è il più frequente dei tumori della tiroide. La sua incidenza nelle casistiche autoptiche (eseguite in corso di autopsie di pazienti deceduti per altre cause) arriva fino al 60%, e l'incidenza di carcinomi papilliferi occulti in pazienti operati per patologia benigna della tiroide può arrivare anche al 20%. Questo sta a significare che la presenza di un carcinoma papillifero spesso non influenza l'aspettativa di vita che è legata a diversi altri fattori.
È più frequente nelle donne rispetto agli uomini. Può essere multicentrico e bilaterale (diversi focolai neoplastici all'interno di uno o di tutti e due i lobi della tiroide) e metastatizza prevalentemente per via linfatica. L'esposizione a radiazioni ionizzanti, specie nei soggetti in giovane età (inferiore a 20 anni) sembra aumentare significativamente il rischio di insorgenza.

Il carcinoma follicolare, anch'esso un tumore "differenziato" della tiroide. Anch'esso predilige il sesso femminile con rapporto che varia tra 2 e 5 ad 1 a seconda delle casistiche e metastatizza prevalentemente per via ematica ai polmoni ed alle ossa (prevalentemente quelle del cingolo scapolare, allo sterno, alle coste, alle vertebre, alla teca cranica).
In base all'estensione dell'infiltrazione è stato distinto in una forma "minimamente invasiva" (nella quale può essere presente solo l'invasione capsulare oppure anche quella vascolare) ed in una forma "ampiamente invasiva". Il carcinoma a cellule di Hurtle ed il "carcinoma insulare", inizialmente considerati varianti del follicolare devono essere considerati come entità distinte. In paricolare l'insulare ha aggressività e caratteristiche prognostiche più vicine a quelle dei tumori indifferenziati.

Il carcinoma midollare viene considerato un tumore della tiroide, ma in realtà sarebbe più giusto dire che è un tumore "nella" tiroide. Infatti non deriva da cellule tiroidee, ma dalle cellule C parafollicolari di derivazione embrionale diversa da quelle tiroidee. Queste cellule producono un ormone, la calcitonina, che è il marker specifico di questa neoplasia.
L'iperplasia delle cellule C, che può essere considerata una fase precancerogena, può essere presente in età infantile o già dalla nascita. Metastatizza sia per via linfatica (ai linfonodi del collo) sia per via ematica (ai polmoni, al fegato ed alle ossa). Fattori prognostici favorevoli sono l'assenza di metastasi, la giovane età, il sesso femminile, la familiarità.
In caso venga posta diagnosi di carcinoma midollare della tiroide è molto importante indagare circa la presenza di un feocromocitoma associato prima di sottoporre il paziente all'asportazione della tiroide per evitare complicazioni dovute all'improvviso rilascio di catecolamine durante l'intervento. L'asportazione del feocromocitoma surrenalico può quindi essere propedeutica alla tiroidectomia totale.

Il carcinoma indifferenziato è il tumore più aggressivo della tiroide ed è a prognosi infausta. Predilige il sesso femminile con un rapporto di 3 a 1 e l'età avanzata (oltre i 60 anni). In un'alta percentuale di casi è presente una mutazione a carico del gene soppressore p53. La preesistenza di una patologia tiroidea benigna o maligna è considerato un fattore di rischio.
In genere l'accrescimento è rapido con infiltrazione delle strutture circostanti (trachea, esofago, vasi mediastinici ecc.) ed altrettanto rapida diffusione metastatica sia per via linfatica che ematica.

THE BETHESDA SYSTEM FOR REPORTING THYROID CYTOPATHOLOGY: RECOMMENDED DIAGNOSTIC CATEGORIES
I
  • Non diagnostico o Insoddisfacente
  • Solamente Cisti fluida
  • Campione virtualmente senza cellule
  • Altro
II
  • Benigno
  • Consistente con un nodulo follicolare benigno (compresi noduli adenomatosi, noduli colloidali, ecc.)
  • Consistente con tiroidite linfocitica (Hashimoto) in appropriato contesto clinico
  • Consistente con tiroidite granulomatosa (subacuta)
  • Altro
III
  • Atipia di significato incerto o lesione follicolare di significato incerto
IV
  • Neoplasia Follicolare o sospetto di neoplasia follicolare
  • Specifico in presenza di cellule di Hürthle (oncocitico)
V
  • Sospetto per malignità
  • Sospetto di carcinoma papillare
  • Sospetto di carcinoma midollare
  • Sospetto di carcinoma metastatico
  • Sospetto per linfoma
  • Altro
VI
  • Maligno
  • Carcinoma Papillare della tiroide
  • Carcinoma scarsamente differenziato
  • Carcinoma Midollare della tiroide
  • Carcinoma indifferenziato (anaplastico)
  • Carcinoma a cellule squamose
  • Carcinoma misto
  • Carcinoma Metastatico
  • Linfoma Non-Hodgkin
  • Altro

Il gozzo

Il termine gozzo indica genericamente un aumento di volume della tiroide, non indicativo di una specifica patologia, potendo verificarsi sia in caso di ipertiroidismo che di ipotiroidismo, e tenendo presente che la ghiandola può crescere anche in condizioni fisiologiche (quando è sottoposta a uno sforzo maggiore – es. in gravidanza).
All'interno di questa approssimazione è però opportuno distinguere e classificare varie tipologie di gozzo e le relative cause di insorgenza:

Secondo le 5 Leggi Biologiche

Tiroide (porzione acinosa)

La malattia di Graves-Basedow è ipertiroidismo; la malattia di Hashimoto è ipotiroidismo. Questa malattia si ha per Conflitto Attivo persistente o per la mancanza di batteri o funghi in grado di smantellarlo. Se ci sono i microbi si passa all'ipotiroidismo, che non è così grave come l'ipertiroidismo fuori controllo.

Ex-dotti escretori della tiroide verso il tubo gastrointestinale (atrofizzati)

Sensibilità Interna (ipersensibilità in Fase Attiva, iposensibilità in Fase Pcl).

Tumori della tiroide


Tratto da "LAS CAUSAS ANIMICAS DE LAS ENFERMEDADES" di Björn Eybl

1. SBS del parenchima tiroideo

2. SBS dei dotti tiroidei


Giorgio Beltrammi
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